18.5.12

Luce bianca

"C'è una certa quantità di gentilezza nel mondo così come c'è una determinata quantità di luce – continuò George in tono pacato – Si fa ombra su qualcosa quando si sta in piedi e non serve muoversi da una parte all'altra per salvare le cose. L'ombra ci segue sempre. Scegliere un luogo dove non si possa fare del male... sì, scegliere un posto nel quale non possiamo fare troppo male e rimanervi, per quanto vi riesce, di fronte al sole." 
(Camera con vista, 1954)

Entro in casa dopo 6 ore, da cui siamo partiti senza un minimo di saluto alle pareti, e trovo lo spicchio di mela lasciato da sbucciare ormai diventato scuro, le posate con la posa del pranzo quando è illuminato a giorno e invece ora, al crepuscolo, ha qualcosa di sospeso, e racconta del tempo che s'è fermato, ed è scorso altrove.

La parola di oggi è luce. Mia nonna Bianca si sta spegnendo, dalla sua età di 98 anni, lucidi sempre, lottati, dalle mani eleganti appuntite, rossetto sulle labbra, roccia di cuore e leggera di nome; ha deciso che sarà oggi l'ultimo soffio sulla candela indomita che ha dentro, l'ha detto e così sarà.
Le ho guardate a lungo oggi, quell'incrocio di mani addolorate ma salde: la mano di mia madre sulla fronte di Bianca, la mia mano sul ginocchio di mia madre. Disegnavano una curva, un cerchio che andava chiudendosi, e quei sospiri ultimi che s'avvicendavano, e che ancora stanno andando, come un sonno potente a occhi aperti che nessuno sa quando finirà del tutto. Ma ha un cuore così forte che pure del tempo se ne fa un baffo mia nonna, continua a respirare imperterrita col codino dal fiocco rosa e la camicia da notte con le gardenie, e magari è già in qualche paradiso a coglier fiori.
È piccola, sembra sempre più quella lepre addormentata sotto la copertina di lana, dentro ore inondate di una luce bianca, di pace: immagina la luce che passa nelle lacrime, eccolo, quel colore lì. Direi che diventa bianco cielo, o bianco petalo, o bianco anima.

All'uscita di quell'attesa ai piedi dell'albero secolare, lungo i cancelli grandi della Casa, c'erano dei fiocchi bianchi, festoni di nozze passate da un po'. Io penso fossero nastri bianchi al vento per Bianca, che sta lasciando questo mondo, col cuore forte di roccia, che continua a battere e battere e a non levare, una sorta di inno alla vita, nonostante le ombre, che ci seguono sempre.

Mi ha appena chiamato mia madre da là, è vicino a Bianca, che è vicino a un davanzale e vede fuori, e mi ha chiesto se anche io vedevo la luce del tramonto, e quanto era bella mammamia.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...