30.10.09

Auto-ironina



"Le persone educate contraddicono gli altri, i saggi contraddicono se stessi". (O.Wilde)







Mi ha rapito, l'ho letto e l'ho rapito io.


Si tratta dell'Honest Scrap, un giochinino carino che ti chiede di raccontare 10 cose di te che gli altri non sanno. Imbarazzanti o svelanti, facciamo noi..


Donc, esercizio del giorno! Voilà, c'est moi:


1. Dicono che guidi come se stessi lì per lì per incontrare un animale nel buio che devo assolutamente schivare. Occhio scrutatore, sopracciglio alzato, petto al volante.
(Così dicono ma vorrei precisare che non è così).
(Ma, in fondo, quanta autocoscienza in me).

2. Il mio disordine non è da ordinare, se lo ordini, scatto d'ira e apologia sul "De Disordine, Pro Disordine", è inevitabile.

3. I termometri e i ventagli io li rompo. I primi mi cadono dalle mani, è sempre stato così (rischiando puntualmente l'avvelenamento da mercurio, dall'età di 1 anno); i secondi non so manco io come faccio a distruggerli, per la gran gioia di mia nonna, che ormai è rassegnata ad avere stecche di ventaglio che ciondolano, mentre alla veneranda età di 95 anni si sventola via da una vita aria calda e imbranataggini della nipote.

4. Probabilmente io so come sarò da vecchia. Come Nonna Bianca appunto, ci assomigliamo davvero tanto, più passa il tempo più è la mia Benjamin Button. Devo portare un rossetto rosso sempre con me, come fa lei, e ovviamente quel ventaglio rotto di cui sopra.

5. Ho una sorta di blocco nella scelta, che, ahimé, noto peggiori col tempo. Poco da aggiungere per il tuttoquanto sarebbe da scrivere.

6. Nino dice che sono "bon ton", non bacchettona intendiamoci, ma che le volgarità mi fan balzar la mosca al naso, alzo il sopracciglio e ridacchio, ma non saprei mai rispondere a tono. Di solito è un semprevalido "EDDAAIIII". (Si diverte lui a sfidare la mia buoneducazione, è quello il punto)..

7. Ho un neo nell'occhio sinistro, come se troppo iride sia fuoriuscito. Un pigmentino in più ecco. Da bimba, non sapendo cosa fosse, gli avevo dato un nome e l'avevo fatto passare alle mie amichette come un segno di magia e/o di rarità-nobiltà. (Che snob mammamia).

8. Puntualmente ogni volta che ascolto "La Storia di Marinella" di De Andrè, io piango. Ma piango piango eh. In qualsiasi luogo, stato d'animo mi trovi, da sempre funziona così. Corde speciali toccherà.

9. Nel mio sito personale sono ancora al 4° anno di Università. In realtà mi son laureata nel 2005, e ancora non l'ho aggiornato. E qui, sarebbe d'uopo dire, "invece di star a fare l'honest scarp, perchè non lo vai ad aggiornare ORA?" Perchè il 9° punto in questo consiste. Una sorta d'ignavia sull'effettivo e utile "da fare".

10. Le falangette delle mie dita medie son leggermente storte, vanno verso l'esterno, come a indicare fuori. E io come l'imbecille guardo il dito e non dove indicano.


(Posso aggiungere l'11°? posso posso posso?)


11. Insomma, volevo precisare pure, che io i titoli delle canzoni nel mio iTunes, o cd, o album scritto a mano, sì insomma io i titoli me li invento se non li so. E solitamente non li so. Ho una lista musicale tutta mia. Se qualcuno sente una canzone e non si ricorda il nome io dico "Ah sì! la so!" e rispondo col mio titolo personale, cosa che metterà probabilmente la persona in questione ancora più in confusione. E di solito, dopo che ho saputo il vero titolo, io non lo correggo, perché ormai mi ci sono affezionata a quel titolo lì.


Dopo queste verità pericolose spero che continuerete a seguirmi.


Rigiro l'Honest Scrap - nonché l'aforisma di Oscar Wilde - a:




(Vi dirò, mi diverte e mi allena questa cosa di auto-definizione... Oscar sarò fiero di me!)



Buona giornata à tout le monde,
Honest Nina



25.10.09

Ho visto Nina volare



Non è un doppione, è l'inverso, è la parte maschile, nella pagina di taccuino che precede l'altro. Lo vedi, in trasparenza?




Mi hai lasciato senza parole
come una primavera
e questo è un raggio di luce
un pensiero che si riempie
di te

E l’attimo in cui il sole
diventa dorato
e il cuore si fa leggero
come l’aria prima che il tempo
ci porti via
ci porti via
da qui

Ti vorrei sollevare
Ti vorrei consolare
Ti vorrei sollevare
Ti vorrei ritrovare

Vorrei viaggiare su ali di carta con te
sapere inventare
sentire il vento che soffia
e non nasconderci se ci fa spostare









(M. Chagall - Volare)



E ora, un baleno, mi viene in mente quella canzone di De André:

Quale sarà la mano che ti accende e ti spegne / ho visto Nina volare / tra le corde dell'altalena. Un giorno la prenderò / come fa il vento alla schiena / e se lo sa mio padre / dovrò cambiar paese / se mio padre lo sa / mi imbarcherò sul mare.




Un giorno la prenderò / come fa il vento alla schiena.




21.10.09

Ninuscola




Sono un pò assente.

Come incastonata dentro a uno specchio a guardar passare le persone.


(Però ho un bel rossetto, forse mi si noterà e qualcuno specchiandosi mi tirerà fuori da qui)


14.10.09

Giusto un istante



(2004. Nina fotografata da Alice, collegauniversitaria, che pur poco di me sapeva, per un esame. Di foto più scandagliatrici, di me e di allora, poche ne ho)

Ho pensato, sento nitido che sto continuando a farlo. Si pensa sempre, certo, intendo pensare in un certo modo. Come ciò che si apre nella testa dopo qualcosa, come un varco.

Mi riempio di poesie di segni di musiche, mentre faccio cose, mentre parlo con le persone, e me le guardo in bianco e nero, dentro me, come i ricordi o i ricordi non avvenuti.
C'è uno spazio intermedio in tutto questo. Visibile.
Giusto un istante, un istante che continua, ma quel lampo è un attimo e lo puoi vedere nitido. Come una strada tra case che altri non vedono, in una città invisibile interna, quando si accende un lampione, quando luccica un oro, quando brilla l'occhio, lucido perché trattiene qualcosa. Lo vedi ma non dici. Come se attendi, perché sai. Non chiedermi cosa, come tu stesso non sai chi sono io.



Pensiero, io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce.
Pensiero, dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei così ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha già fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e così possa perderti
nell'antro della follia.




(...)
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento
di canti d'amore per te.


(A. Merini)



10.10.09

Controvento


Disse il basilico, mentre la mano strappava foglioline per farlo pesto.
Quasi a dire, se sono qui per questo scopo io non so, ma il mio diniego io non saprei
come spiegarlo, io le parole non le ho.



Oggi piove. Oggi sì che è autunno.
Aria uggiosa, in cui solitamente Nina è ben portata a scrivere e a farne un'altra delle sue.

Il punto è che contanti pensieri faccio fatica a ordinarli, ci giro attorno da tutta la notte insonne, come un cucchiaio di legno in un pentolone (e anche lì, lo voglia o no, foglie di basilico).


Mi lascio fare non sapendo controbattere precisa, come una piantina di basilico a cui vengono strappate sensazioni che non ama. Ce l'ho in mente che non mi va bene, ma non ho le parole per rispondere a questo, che domanda non è.


Ieri sera ho fatto avanti verso il mare riempiendomi di energia, e, da programma, ne son ripartita, controvento, per tornare a casa.
Ma una volta lì ho scoperto che casa non era casa, e allora sono ritornata verso il mare, come se là ci fosse qualcuno ad aspettarmi sul serio.
Mi son fermata vicino a una barchetta nera solitaria, adocchiata ore prima, arenata sulla riva.

E ho aspettato.

Cosa non so, perché ogni volta che aspetto, che mi lascio andare, la risposta non arriva, ammesso che la domanda stessa sia arrivata.


Mi sentivo come quella barca nera lucida nella notte, che stava lì di fronte al mare, come a chiedere a lui qualcosa.


Ma il mare non risponde, non ha le parole lui, lui ha le onde, lui ritma il tempo, porta e porta via, copre e scopre, ma non risponde mica.


Per cui stavamo lì vicini,
e lui (senza dire) chiedeva
ma che stai a fare qui?
e io (senza dire)
me lo dici tu?

...

(onda)
(onda )
sshhhhh
shhhhhhhhh

....


Allora ho disegnato, ho scritto, e me ne son andata, con delle piccole conchiglie nella saccoccia.



E' capire dove fermarsi, dove le briglie che ti legano sono fatte di fiori, e non di cuoio che ti ferisce al minimo movimento discorde, e Nina è un attimo che se le tira via dal collo e torna verso il mare.
E' dove le foglioline te le togli da sola felice, e dove quelle briglie siano visibili.


Qual è il mio vento.





7.10.09

Dada Roma


Righe - strade ferrate linee gialle vietato attraversare i binari scale scalette ombra luce ara pacis bianco pioggia passata

Cielo - luna alba sfumato che colore è? poi di nuovo cielodiroma che sconquassa l'anima guarda su!

Acqua - e fontanelle nina che si ferma e pensa per ore, lì, ferma l'immagine!



(C'è la mostra dei DADA tra poco a Roma. Io ci sono stata poco prima che cominciasse a Roma, l'altroieri, da sola, per poche ore a cullarmi in un nido che "stropiccia l'anima". E tra treno e tra Roma, vedi che tout se tien? Dada è un tout se tien! Già prima dell'inizio. Foto da un telefonino altrettanto sconquassato, ma dovevo portare quell'aria d'istante).





1.10.09

due



"(...) tra quegli ombrelloni solitari di fine settembre vedo muoversi due sagome, le vedo saltare su una pozzanghera e ridere di gusto. Felici della loro unicità. Del resto, ogni assenza riconosciuta è già una presenza."


*


Quando saremo due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente da latte e il suo secondo

saremo due come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono le acque, le dolci e le salate
due come sono gli occhi i piedi, i reni i tempi del battito
i colpi del respiro.


Quando saremo due non avremo metà

saremo un due che non si può dividere con niente.


Quando saremo due nessuno sarà uno
uno sarà l'eguale di nessuno.

L'unità consisterà nel due.

Quando saremo due cambierà nome anche l'universo,
sarà di-verso.


(Erri de Luca)





Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...