26.4.09

Rain or tears?



Supponiamo che questo muso carnacialesco qua sopra sia io, e le manine, che tengono il telo delle guance per non far cadere a terra due fiumi di lacrime silenziose, di non so chi.
Forse sempre mie.

E' uno di quei momenti in cui parlo di aria mancante, di pesci e di habitat
Allora cerco con tutte le forze di trovare il mio angolo ritagliato in mezzo a tutta l'aria non mia, mi ammutolisco quando è così. 

Non è una questione di infantilismo, benché serva molta forza per superarla. E' un fattore di "non traduzione". 
Perché, pure io tentando, non trovo risposta o aiuto, e mi toglie una quantità di forze e speranza che non so spiegare. 

Allora sai che faccio? Ridatemi i miei disegni le mie foto, e mi tengo sospesa a guardarli, a mezz'aria, dove c'è la mia aria, quella che sa leggermi e a cui non devo chiedere nulla o spiegare. 
Mi ridà energia nuotarci dentro un pò, tutto qui.

C'è una specie di afa qui a Roma, non si respira bene. 
E' nuvoloso come in autunno, ma non piove neanche. Strana aria in tutti i sensi.
Oggi è Roma che è specchio.



Quei fiumi sulle guance restano a scorrere statici, diventano laghetti in attesa di asciugarsi.

Non vedo l'ora di tornare a casa


15.4.09

Mon fleur




Eccomi di nuovo qua. 
Ora sul balcone di una casa non mia, appoggiata a una leziosa tovaglietta di cuoricini ravvicinati, rossi e rosa dipinti ad acquerello, che a sua volta ricopre il tavolino bianco. 
Mi guardano strimpellare la tastiera, dalla ringhiera accanto a me, la Signora Salvia, il Conte Rosmarino e la figlioletta Menta.


Giro in questi ultimi giorni con dei fiori nella mia auto. Giorno per giorno cambiano si moltiplicano, modificano la rotta, fan festa, o dormono di notte lì da soli dimenticati, perché non sono riusciti ad arrivare al destinatario che sapevano, e anche il caso non li ha aiutati.

Giorni fa era un lillà colto per caso in collina, e profumava di stravolgente freschezza e di promessa di sole. 
Oggi era un mazzo di iris dal cuore giallo al centro che dava a ognuno un'espressione unica e assai buffa. 

E anche stavolta sono rimasti abbandonati sul sedile, come a dire Nina, perché non arrivi mai in tempo? 

Li ho presi e sistemati in un vaso, eppure sapevo che non erano lì che dovevano stare.


Sono le cose piccole, che non si vedono, che loro - gli altri - non vedono, che mi danno regalano l'ispirazione, il sogno che ho nelle mani, l'idea che ho di me l'idea che ho di te

Una musica che non ascolto ma che mi basta pensare, un disegno che nasce solo dopo che tutto è avvenuto oppure no, una specie di realtà che ho dentro, già sottopelle e piccole voci lo fanno riaffiorare. 


E alla fine è come se ce l'avessi davanti, come se fosse più reale del reale, e la sicurezza che ne ho, e che è un miraggio, è di una potenza ineffabile. 

Come leggere le labbra, anche se non si muovono, anche se non le hai davanti, ma puoi sentire chiaro il rumore del loro pensiero.




7.4.09

...



4.4.09

ihccepS





Ti riuscissi a dire
ti riuscissi a spiegare

Tu che sei parte di me




1.4.09

Il piccolo cuore di Nina



(Jim era deciso a lasciare che succedesse quel che doveva succedere. Faceva, col cuore e con le mani, come un piccolo bordo attorno a Kathe, perché lei non scivolasse fuori sbadatamente: ma muraglie non ne avrebbe costruite)


Oggi, scartabellando tra vecchi album di quand'ero bambina, ho ritrovato questa fotografia degli anni della scuola materna: una giornata qualsiasi, in cui ognuno di noi mostrava all'obbiettivo il proprio cuore che aveva poco prima colorato, e lo teneva alto, "in bella vista".

Mi è saltato agli occhi che il mio era completamente rosso. 

Nel senso, non uno spazio lasciato bianco, non uno scarabocchio di fuori, era "colmo" e preciso dentro i suoi contorni...E la precisione non era e non è certo il mio forte. 


Allora mi ha fatto ridere, mi ha fatto pensare a quei bordi di cui parlava Jim, a quelle non-muraglie, all'orlo punto erba di Caty, e alla non-diga del fiume di a.o.


E ora, riguardando i miei cuori disegnati odierni, ci trovo, dietro quella placca lucida rossa di bambina, tutti i fili, i nodi, la matassa, gli intrecci dell'intensità del tempo.


Insomma, mi fa tenerezza quel cuore lassù. Non so che farci, ma più lo guardo e più sorrido.


E poi mi chiedo, mentre io quel mattino disegnavo quel cuore e poi tutt'attenta lo coloravo con impegno e speranza, come se ricamassi sul serio una trama di fili di seta rossa,

tu cosa stavi facendo?




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