29.11.11

29 righe



Le terrine di terracotta, gli smalti, il color cipria e il color tortora,
le Dolomiti a luglio, i cardigan, la noce moscata,
le feste in maschera, le ecoline,
chi gioca con le parole, chi ti lega con briglie fiorite,
le parole usate bene, le parole non usate per buona scelta,
bibì e bibò,
la rete dei campi da tennis sulla spiaggia, gli occhiali a farfalla,
comprare album da disegno che non servono mai,
perdere penne che usi sempre,
le mani belle, Florence and the Machine, i fili di lana,
il mio gatto che russa, il plaid color turchese,
chi ti scrive quando gli scrivi tu,
l'albero di fichi, l'albero di loto, il mio bonsai,
dormire sul pavimento fresco quando fa caldo,
affondare i tacchi quando il prato è ancora umido di pioggia,
usare i colori a caso, usare un solo colore per mesi e mesi,
tu d'inverno,
il mio pennarello color melograno, la mia nuova tazza da tè che sembra un uovo sodo,
i miei capelli, io d'estate,
quando i bambini ti guardano come fossi loro coetanea,
la pazienza e la costanza, gli stormi e i corbezzoli,
i nastri colorati che mia mamma grazia mette sui capelli bianchi di mia nonna bianca,
i cucchiai di legno, i semi di girasole, i lamponi che hai raccolto tu,
le costellazioni, chi studia gli oceani, chi conosce le radici delle piante,
le giacche color cammello, i cappotti rossi, mia sorella che suona il basso,
chi non si lega agli oggetti ma gli oggetti si legano a lui,
i sassi sott'acqua, i telescopi e il mappamondo,
i salici piangenti, le foglie secche come figlie sotto l'albero,
le panchine di pietra, la stazione vuota nel primo pomeriggio, il mio nome.


29 Novembre, 29 righe, 29 Nina. 
Da qui posso vedere il mare, fiume?


N.



21.11.11

La versione di Nina

"Il principio dei vasi comunicanti è quel principio fisico secondo il quale un liquido contenuto in due o più contenitori comunicanti tra loro, in presenza di gravità, raggiunge lo stesso livello dando vita ad un'unica superficie equipotenziale. L'acqua, come tutti i liquidi, non ha una forma propria ma assume la forma del recipiente che la contiene. Per questo motivo, se si versa un liquido in vasi tra loro in comunicazione anche se di forma diversa, esso si dispone allo stesso livello in ognuno dei contenitori stessi." (Wikipedia)


Nei sogni, a occhi chiusi oppure no, è tutto molto semplice. Hai un bicchiere tuo di fantasia e im-possibilità da dove pescare, ci piove dentro giorno e notte, e c'è vita di pesci e sirene: magari è un bicchiere grande quanto il cielo sotto cui dormi, ma le stelle le hai messe tu, la luna l'hai appesa tu, lì, in alto a destra; sai come muoverti, sai quando fermarti, è, più o meno, tutto sotto controllo.

A volte però esistono bicchieri/anime che nascono con un piccolo canale comunicante tra loro, un ponte in cui passa per natura uno stesso linguaggio, uno stesso codice, una stessa visione del cielo su, della luna là, delle stelle sopra. È già molto riuscire a trovarsi vicini.
Allora, quando in questi due bicchieri comunicanti ci piove dentro, e ci cade la stessa acqua e la stessa fantasia, succede che il sogno tuo e quello dell'altro si estendono in superficie, si duplicano in oceano per due.

L'acqua non ha una forma propria ma assume la forma del recipiente che la contiene, la stessa vostra, simili voi. E il sogno che avevi quando eri uno spinge al confine e preme sulla realtà, perché l'altro, col suo bicchiere pieno quanto il tuo, ne ha messo alla prova l'esistenza oggettiva.
Meno semplice di restare lì a sognare con la canna appoggiata sul bordo circoscritto, ma chi se ne importa di pescare a vita dentro a una pozzanghera.



Daydreamer, sittin’ on the seat
Soaking up the sun he is a
Real lover, makin’ up the past and feeling up his girl
like he’s never felt her figure before
A jaw dropper
Looks good when he walks, he is the subject of their talk
He would be hard to chase, but good to catch 
and he could change the world with his hands behind his back

You can find him sittin’ on your doorstep
Waiting for the surprise
It will feel like he’s been there for hours
And you can tell that he’ll be there for life

Daydreamer, with eyes that make you melt
He lends his coat for shelter because he’s there for you when he shouldn’t be
But he stays all the same, waits for you and then sees you through
There’s no way I could describe him
All I say is just what I’m hoping for.


(Adele - Daydreamer)




17.11.11

L'albero di loto

alluvione genova albero di loto


Stavo pensando che l'albero di loto è quello che ti dà frutti pure quando non li chiedi, e lo vedi, e si fa accorgere: che il ramo è spoglio, tutto intorno è spoglio e scarno e asciutto e lui invece è carico di sfere aranciate che pesano sulle braccia, per quante sono, per quanto vogliono esserci.
Penso sia un buon esempio a cui ispirarsi. Quando da lontano scorgo un albero di loto, vedo un sacco di forza, e niente paura di esser solo, lì, a metter colore, senza che gli si chieda alcunché, è un albero "abitato".

Ecco, la rete (come lo è stato allora) può esser davvero quella che tiene in salvo i trapezisti in alto che volteggiano, magari quando piove, piove tanto.

Per il ristorante Officina di Cucina di Chiara e Claudia, colpito dall'alluvione a Genova, bloggers e non si stanno muovendo per aiutare a ricostruire, con iniziative diverse, polpose come un albero di loto.
Come dice Cobrizo, bisogna acCORdarsi, e la rete è regina in questo.

Perciò vi invito a partecipare come tanti rami di un albero di loto. Qui troverete tutti i link necessari:
il racconto di Chiara di Officina di Cucina (Genova, 4/11/2011, ore 13.20)
- il gruppo facebook in fermento alla ricerca del necessario e alla divulgazione dell'iniziativa
- la lista delle necessità continuamente aggiornata, e i riferimenti per contribuire
- il banner di Cobrizo per condividere più possibile e raccogliere aiuti attorno a noi:


Immaginate di passeggiare su una strada d'autunno pieno, che pure le foglie son volate via, dal vento o dall'acqua spazzate altrove, e di incontrare un albero di loto, che si staglia sulla linea d'orizzonte, sfrontato in tutto il suo arancione generoso esserci.


(Nina Loto, passa e mai chiude)



14.11.11

Quando succede

illustrazione uccelli ballarini


Flash NiNews  >  Manca poco meno di una settimana allo scadere del contest Ninestrone 2012 (che poi una sinfonina saporita così non scade mica, anzi, dura una vita e si accresce, sempre più sopraffina). Intanto Nina prepara pacchetti per il Natale semprepiuvicino, e si fa in 3 per contenere tutto, agendine comprese, e scrive sulla lavagnetta - di grafite la sua - come babbonatale la lista regali.


Mentre cerca di non intrecciarsi con i fili da reggere - ché in questi ultimi mesi Nina s'è divisa in tanti disegni, e l'hanno chiamata proprio Nina, è uscita dalla rete, e rispondeva al telefono con questo nome qui!, che ridere e che bello, ha sgranato melograni, disegnato conigli malaticci che guariscono, mischiato colori di cocktail per i pirati (e affinato il gusto per gli indovinelli, ma prima o poi li svelerà...) - avverte nell'aria che dal 2012 un po' di cose cambieranno. Non sa dire bene cosa, né di preciso quante cose, ma cambieranno di sicuro (sarà per questo che è ritornata all'header originale, le mancava Francesca con Nina nella borsa).

E poi, vedi, c'è quel disegno lassù che aspettava da un po' di tempo. Le parlò allora di una sensazione visivamente chiara, i colori percepiti nitidi nella mente, che entravano e uscivano dal diaframma: una sensazione stralunante, un vento potente e circolare, che soffiava dentro e fuori, come un'osmosi di aria diversa, condivisa. Tu placida lì seduta, e loro a turbinarti come foglie cadute, che col vento d'autunno arrivano fin quassù, alla finestra grande del terzo piano.

A volte così capita, ci son disegni che rimangono giorni, mesi, anche anni a scaldare nel taccuino e aspettare il senso giusto: non sono descrittivi, non illustrano ciò che è stato, loro vengono prima di te. È un po' come se esistesse tra le pagine ogni tanto uno specchio anticipato, un'essenza, una natura che si spiega per segni, senza parole, ché quelle se vengono, vengono dopo.

Questo disegno è uno di quelli. Oggi ci siamo guardati e ci siamo capiti.

È la sensazione di quando-le-cose-cambiano, meglio o peggio non c'entra, semplicemente giri la curva ed è una cosa che quando ci pensi ti turba l'equilibrio, ma non è detto che non ne vai a trovare uno migliore. Un stormo cosmico di ali colorate che s'agita da dentro a fuori. Come domande e risposte che ti fai e ti dai da sola, e son cangianti, e son molteplici, sfaccettate, fuggenti; e poi girano a cerchio e magari torni pure al punto di partenza, ma basta planare da un paio di coordinate diverse che vedi un orizzonte nuovo.

Potrà essere un vento più favorevole quello che senti arriverà, un nuovo cielo per capire,
sì che la sinfonia di timballi e tamburi è sempre lì, spiffera il pettirosso
un vestito più comodo e più tuo, dice il sarto canarino
un'aria fresca, tersa, limpida pure per un pesce come te, insinua la cinciallegra
un buon coup de théâtre per l'avanzamento della trama, immagina la cocorita
un terreno diverso da cui raccogliere foglie e fiori cadenti, propone la rondine
e conchiglie d'altra forma, sì, dopo la mareggiata, sogna il gabbianello
e magari finalmente trovarsi in orario al binario 3, esclama il cardellino
magari
chissà,
voi che dite

a ogni uccellino la sua variopinta possibilità, come un soffio per farsi accorgere, e delle ali tenaci per darti coraggio.



È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.
L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest’attimo.


Mario Luzi, da “Aprile-Amore” (in Primizie del deserto)


Questa poesia la scrivo e riporto ovunque dal 2004, e allora mi fa sorridere quel verso "ora da te mi torna fatto chiaro". Pensa da quanti anni perdo e riprendo chiarezza, quanti soffi, lo dicevo io, quanti soffi, per fortuna, ci passano attraverso.




6.11.11

Ora è il mio profeta


tempo illustrazione francesca ballariniPoi furono insieme così che mentre la lancetta si muoveva, invisibile adesso, sull'orologio, seppero che niente poteva accadere mai più a uno di loro senza che accadesse all'altro, che nient'altro poteva mai essere più importante di questo; che questo era tutto e sempre; questo era il passato, e il presente e qualunque cosa fosse per venire. Questo non avrebbero dovuto averlo, eppure l'avevano. L'avevano ora e prima e sempre ed ora ed ora ed ora. Oh, ora, ora, ora, quest'ora solo, e sopra tutto ora, e non c'è altro ora che tu, ora, e ora è il tuo profeta. Ora e per sempre ora. Vieni, ora, ora, perché non c'è altro ora che ora, sì, ora. Ora, per favore, ora, ora solo, nient'altro, solo quest'ora, e dove sei tu e dove sono io e dove è l'altro, e non il perché, non hai il perché, solo quest'ora; e ancora e sempre, per favore, e poi sempre ora, sempre ora, a partire da ora sempre lo stesso ora: uno soltanto. Non c'è che un solo ora, uno solo, che ora va, ora si solleva, ora veleggia, ora ricade, ora turbina, si gonfia, ora ti lascia, ed è sempre ora, sempre, sempre ora.

(E.Hemingway - Per chi suona la campana)
hemingway amore illustrato




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