23.2.10

PenNina





Ogni tanto mi accorgo che la penna ha preso a correre sul foglio
come da sola, e io a correrle dietro.

(I. Calvino)







18.2.10

Elle attend



Che crescano i fiori, che arrivi la primavera

Che si allunghino i capelli per appuntarvi i fiori
Che i fiori sboccino così il balcone si colora
Che il balcone si colori ché vuol dire che è arrivata la primavera.

Nina li sta a guardare e aspetta, sperando che crescano pure per lei.
Che crescano al suo posto, oppure per cambiare quel fiore straniero che da tempo porta sul capo.


Ho capito che ti amo
quando ho visto che bastava
un tuo ritardo
per sentir svanire in me
l'indifferenza
per temere che tu
non venissi più



Loro che non s'incontravano mai, lei disse non tardare non tardare più, e lui parti più tardi parti più tardi tu.



(grazie Caty)

12.2.10

Archi di tempo




Stamattina
tornavo da un paesino che si stava pian piano innevando - pensando poi che la neve è pioggia silenziosa - guidando per una via semitrafficata.
In mezzo alla strada era fermo un grosso camion e qualche pompiere medio-trafelato si accalcava vicino a un albero sul marciapiede.
Lì un'anziana signora guardava preoccupata in alto.

Mi son detta, se quell'albero non fosse così alto e senza rami, penserei che stan cercando di tirare giù un gattino.
Perché l'albero era veramente alto. E liscio. E senz'appigli.
Figurati se qualcosa poteva arrivare a quella cima.

E invece no. Ché se proseguivi con lo sguardo e sforzavi il tuo pensiero a cercarlo, ma ci dovevi credere eh, eccolo lì quell'esserino nero peloso con la coda perenne all'insù che come una foglia stanziava in uno dei 10 rami scalcinati che s'innalzavano vecchiarelli verso il cielo, sopra i tetti (lontani), e i balconi (lontanissimi).

Fine.


Cioè, voglio dire come ha fatto quel gatto a finire lassù?
E per arrivare fin là avrà avuto qualche buon motivo per non tornare più giù?
Gli appigli non ci sono, aiuti non ce ne sono, cose visibili, niente, eppure c'è riuscito.

Ecco, io son quel gatto, son salita su e ora non posso scendere.
Ma ciò non vuol dire che voglia scendere. E' un percorso fatto, gigantesco, per molti invisibile, ma ecco sto quassù e devo trovare un'altra via. Lasciatemi solo pensare come e dove.
Io lo capisco quel gatto.



Anni fa
mia nonna per uscire di casa, e pure per rientrarci dato che abitava al piano terra, usava la finestra, la scavalcava proprio.



Ieri sera
leggevo, e son inciampata su questa frase:

"Lei è me perché io sono ciò che vedo di fronte a me, e ciò che vedo è la goccia che manca alla mia acqua per traboccare, ciò che vedo è la finestra che impedisce al suo sospiro di giungere fino a me".



Come nonna, uscirò dalla finestra.




9.2.10

Al Ritorno




Ma quanto è bello tornare?
Voglio dire, tornare a lavoro fatto e ben fatto.
Voglio dire, tornare e sentire il calore e l'odore di casa.
Voglio dire, quell'odore che non è il profumo-per-ambienti, è la coperta appoggiata sul termosifone che esala calore lanoso e confortante, l'odore degli armadi di casa.
Voglio dire, aprire la porta e sentire il gatto che ti miagola a 20.000 decibel quasi avesse visto un megapesce rosso che varca l'uscio.
Voglio dire, tornare, e trovare lo scialle a ruscello sul letto come a dire prendimi, sono tuo!
e la tavola apparecchiata, che non vede l'ora che ci poggi i gomiti ma proprio i gomiti, e pieghi le ginocchia sulla sedia come l'india-nina di sempre, tutto in attesa di te

Voglio dire, trovare sul tavolo che ha accumulato posta, una cartolina dal volto blu, tutta per te, tutta per te che profuma di mare e di chagall e di te

Non è bello il ritorno? quando hai le radici profonde e trasportabili, "la strada di casa io la conosco".


Il viaggio fatto poi lo racconterò, ma questa è la mia ode al ritorno, che i fiori non si possono mica lasciare soli così tanto tempo.




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