31.1.10

Cuore e corpo



"Lascia che ti dica un'ultima cosa. Magari ci sono andato vicino, ma non ho mai avuto ciò che hai avuto tu. C'era sempre qualcosa che mi tratteneva o mi ostacolava. Come vivi la tua vita sono affari tuoi.
Ma ricordati, cuore e corpo ci vengono dati una volta sola.
La maggior parte di noi non riesce a fare a meno di vivere come se avesse a disposizione due vite, la versione temporanea e quella definitiva, più tutte quelle che stanno in mezzo. Invece di vita ce n'è una sola, e prima che tu te ne accorga ti ritrovi col cuore esausto e arriva un momento in cui nessuno lo guarda più, il tuo corpo, e tantomeno vuole avvicinarglisi. Adesso soffri. Non invidio il dolore in sè. Ma te lo invidio questo dolore".

(A. Aciman - "Chiamami col tuo nome" )



Parto per una decina di giorni verso Londra, faccio muovere le ginocchia, ma per lavoro. A ogni giorno penso darò un numero, che di alti e di bassi - come un ottovolante, ma un 8 che spero non sia infinito- fin troppo mi stanno sconquassando lo stomaco, giusto per rimanere nella percezione fisicacorporea del quotidiano.
Ché Nina spesso fa la vaga, fa l'eterea, ma il "momento delle caviglie" è il più netto in lei, ed è quello che davvero la dovrebbe far muovere.



27.1.10

To you




When food is gone you are my daily meal.





22.1.10

6 sensi



Elucubrazioni ninesche del 22 gennaio 2009 alle ore undici e venti mentre si dirige verso un'anomima tipografia digitale di provincia in una strada grigia di periferia industriale mentre fuori c'è la nebbiolina, e lei è in auto da sola con la radio accesa cercando di non pensare a nulla.

Poi capita Eppure sentire (Un senso di te), magari preso a metà o a poco dall'inizio, ma non fa niente, perché è quando arriva la musica di-quel-momento, tuo intimo e tuo esterno, di giornata e di circostanza, dilatata o momentanea. E' quella che ti butta giù dalla seggiola e stai bene a sentire il fresco della terra, o ti fa saltare in aria, oppure ti incendia facile, o ti fa sprofondare nell'acqua, come tu dotata di branchie, e lì sotto puoi ascoltare e respirare come nessuno mai, e insomma nel mentre sei in un altro binario rispetto a tutti quanti, e cominciano a comparire accanto a te le valigie che hai dietro i bauli le gabbiette vuote la trousse gli specchi del viaggio.

Eppure dice sempre eppure sentire un senso di te.
Allora mi dico che è un senso proprio, come un altro oltre ai 5 che abbiamo.

Ecco, tu sei il mio sesto.

Percepire in altro modo.

Non è un semplice ricordare, non è un già risaputo vedere, non è un musicale udire, è di più, un sesto senso, che non è intuito perché c'è pure il passato col futuro e il presente assieme.


Il senso per me è in quel senso, che poi, se vuoi, è pure direzione.


Si trasforma la materia fuori, e tu sei fatta di tutti gli elementi assieme.



18.1.10

Due marinai


"Sirenina, che fai sempre lì sulla riva, prendi il sole?" - "No, prendo il mare, più che posso".



Avevano parlato a lungo di passione e spiritualità
E avevano toccato il fondo della loro provvisorietà
Lei disse sta arrivando il giorno,
chiudi la finestra o il mattino ci scoprirà
E lui sentì crollare il mondo,
sentì che il tempo gli remava contro,
schiacciò la testa sul cuscino,
per non sentire il rumore di fondo della città.
Una tempesta d'estate lascia sabbia e calore
E pezzi di conversazione nell'aria e ancora voglia d'amore.


Lei chiese la parola d'ordine, il codice d'ingresso al suo dolore
Lui disse "Non adesso, ne abbiamo già discusso troppo spesso,
aiutami piuttosto a far presto,
il mio volo lo sai partirà tra poco più di due ore"
Sentì suonare il telefono nella stanza gelata
e si svegliò di colpo e capì di averla solo sognata
Si domandò con chi fosse e pensò "E' acqua passata"
E smise di cercare risposte, sentì che arrivava la tosse,
si alzò per aprire le imposte,
ma fuori la notte sembrava appena iniziata.


Due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai
Potranno scegliere imbarchi diversi, saranno sempre due marinai
Lei disse misteriosamente "Sarà sempre tardi per me quando ritornerai"
E lui buttò un soldino nel mare, lei lo guardò galleggiare, si dissero "Ciao!"
per le scale e la luce dell'alba da fuori sembrò evaporare.


12.1.10

Carta e Inchiostro



Quando ascendo la mano
trovo in ogni luogo la colomba
che mi cercava, come
se ti avessero, amore, fatto d'argilla
per le mie mani di vasaio.


Le tue ginocchia,
la tua cintura
mancano in me come nel vuoto
di una terra assetata
da cui staccarono una forma,
e uniti,
siamo completi come un solo fiume,

come una sola arena.



(P. Neruda)




(disegni da FAVOLE di Leonardo Da Vinci - "La carta e l'inchiostro")

9.1.10

Per Cecilia e gli altri



Capita ogni tanto che mi arrivino delle parole scritte, così d'impulso, senza testimone, senza richiesta, così come quando scoppia la pioggia. Dico grazie a queste persone che le fanno arrivare, perché vogliono farle arrivare e basta. E a me danno ancora più impulso a credere e continuare. Riempono d'inchiostro la penna, e queste pagine. Davvero magia.
Siete la mia Musa pure voi.

"veri, misteriosi e lunari".


7.1.10

Ra-dici?




Nella piacevolezza autoironica di letture oroscopee (da Internazionale.it), dice Rob Brezsny ai Sagittario:



"Secondo la mia analisi dei presagi astrali, nel 2010 non dovrai rimanere con la testa tra le nuvole, ma mettere radici più profonde. Il tuo compito non sarà esplorare le altitudini, ma le profondità. Andare fino in fondo alle cose, non rimanere in superficie. Lo strumento che dovrai usare è il microscopio, non il telescopio. Non dovrai specializzarti in spettacolari assolo di chitarra, ma suonare i toni caldi e profondi del basso".



Mi dico, non male come prima veduta aerea.


Vedo le radici, prenderò le radici e me le porterò in giro.
E' una donna bionica quella lassù.



(Buon anno a tutti voi)

Nina


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