30.9.08

Un albero


senza dita. 

29.9.08

Uno specchio, un albero, una ragazza.



Colors (#2)



Si si , sono scesa da quella nuvola. E sono pure andata al porto a farmi accarezzare la fronte scoperta dalla frangetta, perché magari così i pensieri facevano prima ad andare alla deriva. 

Poi sono tornata a casa, e sul tavolo ho trovato una tavolozza di colori d'autunno che però avevano già preso la loro forma. Allora non potendo usare i pennelli, ho usato gli occhi, e li ho fotografati.

25.9.08

Rain clouds

Per stasera niente parole. Mi sfuggono, come un po' di tempo fa.
Mi vengono solo negazioni di negazioni. Allora affermazioni? boh. mi incastro in giri di parole quando cerco di capire, o quando cerco di capire troppo.

Ho zero ore di sonno, forse questo influisce.
Forse allora salirò quella scalette, con una valigia in mano, ma solo per una notte.

24.9.08

Se parti

Sì insomma, se parti, porta tutto con te. Le colline quelle vicino al nostro fiume, i guanti di velluto quelli che hai solo tu, le scarpe quelle per saltare dentro alle pozzanghere, e un bel paio di baffi nuovi, su cui arricciare tutte le nuove parole che imparerai.

Poi riempiti di cielo e portamene un po' indietro.

23.9.08

Skipping stone


Metto insieme i fiori più belli e preparo torte che aspettano.
Calcolo per quanto tempo ancora la mia ombra durerà nella giornata, prima che si faccia definitivamente notte. Prendo e salvo tutto quello che incontro per la strada, come sassolini da far rimbalzare sul fiume. Getto semini diversi e li guardo crescere, come nella proporzione aurea dei pensieri che si evolvono, quelle piantine cambiano, anche in questa nuova rossiccia stagione. 
E poi ogni tanto mi riposo, coi calzoni tirati su e i piedi a bagno, nel mio lontano fresco, sempre più fresco, amato river.



22.9.08

Ritorni, come l'autunno.




La torta è venuta molto buona.
Aveva il sapore dell'autunno.
La farò per te solo, quando verrai.


(E' bello poter dire che fra poco, proprio come l'autunno, tu tornerai).


19.9.08

Lettere d'amore



(Voglio tornare alla carta alla matita al pastello, alla biro, all'inchiostro della stilo più vicina, alla tovaglia di carta,  alla mia Moleskine, strapparne un pezzo e spedirlo, piegare un pagina e nasconderla, ma mai buttarla mai del tutto, salvare, salvare ogni cosa salvarla).

17.9.08

Lo specchio e la regina.



"Lo specchio si gloria forte tenendo dentro a sé specchiata la regina e, partita quella, lo specchio riman vile." 
(L. Da Vinci)

Vecchio disegno che illustrava la breve favola di Leonardo. 
Ad oggi riesco a leggerci altro dentro, qualcosa di più mio.

Guardo quelle facce strampalate e ognuna per me ha un'espressione lieve, nascosta. 
Non per forza felicità o tristezza o ira. 
Qualcosa di più sfumato, più lieve, più soggettivo, che solo le rughe di un volto possono mostrare, o un'espressione fuggente che passa su un viso per noi intimo, che ci è noto quasi come il nostro, come guardarsi allo specchio. 
Sono volti quasi miei, familiari, ma mi chiedo chi non li conosce cosa vede in realtà.

E allora.

Numerando da 1 a 20, da sinistra a destra, e andando ogni volta a capo lungo i volti che appaiono, ditemi come vi sentite oggi, ora, scegliendovi qui in mezzo.

Ditemi cosa vedete voi in questi segni e chi, se c'è, vi rispecchia in questo momento. 


Lo specchio ha ragione di esistere solo se c'è una "regina" a guardarsi dentro. Ecco, vorrei che per i miei disegni fosse lo stesso.


15.9.08

Un bel dì

Un bel dì vi racconterò una storia. Questa storia sarà intera. Completa di quelle sfumature che qui passano lievi e a volte singhiozzate. 
Un bel dì vi racconterò cosa vogliano dire per me la pioggia e gli ombrelli. I violini le ombre e i cigni. Le sfumature e i cocomeri. 
E non lo spiegherò, verrà fuori da sè perché come dice qualcuno tout se tien

Sarà chiaro perché esiste Nina e perché porta questo nome. 

Quando avverrà questo, quando il flusso si sarà sciolto dai nodi che dividono Francesca da Nina, quell'"&" che fa delle 2 ancora non una cosa unica, vorrà dire che qualcosa è successo.

E  sarà un bel dì, perché anche con la pioggia sarà limpido e accecante nella sua bellezza, e le due persone non saranno fatte di segni diversi, uno vibrante e l'altro lineare, uno sfumato e l'altro contornato.  Saranno la stessa cosa.


p.s. Grazie a L. per il suo luminoso premio.

12.9.08

Pioverà?


Arriva l'autunno, sottobanco, ma non sfugge a me. Ha piovuto sabbia stamattina, ma è tutta una finta, si prepara ad altro. A gocce d'inchiostro, nere come semi di cocomero. Speriamo bene.

10.9.08

Colors




Sto lavorando sui colori altrui.
Quei tanti bicchieri sul suo tavolo mi avevano incantato. 
Una distesa infinita, seppur di numero finito, e ristretti in un tavolo minuscolo, troppo piccolo per loro.


Sembravano cantare anche loro a me, come i fiori di Alice
"What happened to your sweet summer time dress..."


Voglio siano di nuovo i miei.

8.9.08

La France à moi (#1)

(In realtà l'ha detto Truffaut. L'ha espresso in 4 righe, ma era quello che pensavo io quando ero lassù a Bordeaux, o quello che m'aspettavo che qualcuno mi dicesse, fermandomi per strada, scrollandomi di dosso quelle nuvole a cui ero appesa. Che non c'era niente di più bello a pensarci, di un luogo così e del tuo foglio di carta, e della possibilità, sempre e comunque, di raggiungere chi amavi).


"Perché diavolo sei depresso? Perché con il congedo hai sotterrato la tua adolescenza? Perché incomincia un'altra vita da cani, ancor più incerta di prima? Se è così sta sicuro che ti capisco, ma preferiresti stare nei panni di X o Y? E allora, alzati e cammina. Raggiungi un rumoroso bistrot in place Clichy e mandami una lunga lettera".



7.9.08

Rose e ricordi


Che milioni di rose non profumano mica
se non sono i tuoi fiori a fiorire,
se i tuoi occhi non mi fanno più dormire.

(Un guanto, F. De Gregori)

6.9.08

Io, papera, ballo da sola.



E quindi inciampo. 



"Pour que l'amouuuuur me quiiiiiiiiitte, amouuuuur...."  
(buffo immaginarla danzare al suono di un canzone così).


5.9.08

Speechless


Avrai tutte le piogge nella tua mano, qualcuno cantava.

3.9.08

Correrò veloce. Ma ora aspetto aspetto aspetto


per quante sono queste sedie. Fino a quando le due colorate, come se divise da un'originaria e comoda seduta, si incontreranno di nuovo, e si fonderanno assieme, e mi diranno ora non c'è più da aspettare, alzatevi e camminate. e scrivete di noi.

Post-a Speciale

Questo post è per ringraziare Silvia e Vera, che mi hanno onorato di codesto premio.


Si tratta del premio di qualità di Punto d'Arte della Vita, che è stato creato per onorare e riconoscere il lavoro di bloggers, i cui blogs motivano la "terapia dell'arte".
Ecco le regole:

1) Indicare da chi si è ricevuto.

2) Dire perché si è deciso di creare il blog.

3) Dire qual è la propria arte preferita.

4) Onorare altri 13 blogs amici
.


Obbedisco alle regole, è divertente, dunque:

1) Silvia e Vera, che mi conoscevano e io però non conoscevo loro, per cui doppiamente piacevole la sorpresa...

2) Bella domanda. 
Per me e per Nina.  Perchè sono una che "le cose per capirle ha bisogno di scriverle". Per capire se è Nina o Francesca che andranno avanti, o se sarà possibile un tutt'uno, finalmente.

3) Il disegno. Il segno, la fotografia per caso, lo schizzo dato dal sentimento dell'attimo segnato su un angolo di tovaglia di carta.

4) Alcuni non mi conoscono, ma mi piace visitarli, per motivi differenti, data l'eterogeneità. Sono come degli "amici univoci".



Ora, a loro.


2.9.08

Mancanze


Sono tornata di nuovo.
Nel senso che torno e parto, torno e parto (vabè forse dovrebbe essere il contrario).


Mettevo a parole poco fa, che ci sono luoghi o meglio situazioni che sento sempre più non appartenermi.

Un tempo pensavo di essere adattabile a tutto, a ogni luogo, "comunità", stile di vita, senza sentirne il peso. Oggi invece, mi ritrovo a una soglia di alta tolleranza ma solo temporanea.
Devo ancora stabilire quale sia il punto limite, comunque sia, da quel punto in poi - in cui ogni fattore, che sia una frase, un gesto, un modo di rispondere, affrontare situazioni, non si confà al mio essere per più volte fin ad apparire come una costante - comincia a mancarmi l'aria. 
E allora vorrei andarmene.

Eppure vorrei non badarci a quella sensazione, e far bastare a me quello che so essere mio.
Ma il fatto è che quando il mio di essere, e pure il mio futuro, si mischia con quello che trovo proprio distante da me, mi annichilisco, mi separo, mi allontano in tutti i sensi.


Sarei rimasta più tempo su quel molo ad aspettare che passasse quella sensazione di claustrofobia, se avessi potuto, senza sembrare strana; ma non era giusto. Perchè a volte non è giusto. Allora la martire preferisce sopportare, piuttosto che dispiacere a qualcuno.




Stavo per cancellare tutto, ma mi fa sorridere rileggendo. 
Perchè forse è falso.
Perchè è come il film Camera con vista di J. Ivory, dove Lucy mente a tutti e per prima a se stessa, ed è una maga nel farlo.

(Poi vabè arriva  George e la bacia su quel campo di grano dorato in cui lei cercava chissàche).

Non penso sia il mio livello di tolleranza a esser sbagliato, perche se son sola ci riesco bene a trovare il mio agio anche nelle cose distanti.
Il punto è chi mi fa da ponte, che, se fa il contrario di ciò che dovrebbe (o di ciò che mi aspetterei o farei io stessa al suo posto), mi toglie ogni forza, e capacità, e costanza. 
Per delusione. Perché sento la distanza dove assolutamente non dovrebbe esserci, dove il contrasto è acuito, dove il paradosso te lo crea la persona stessa che dovrebbe sciogliere i tuoi nodi, e non riannodarli una seconda volta.

Ma Lucy, chissà, forse ha troppo orgoglio o forza-d'animo-per-resistere-agli-ostacoli (è quello che devo ancora capire), per comprendere quando si tratta di un errore, e di che tipo di errore si tratti.

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