29.11.13

Tra le mie braccia

Aprire il cassettone basso della credenza - di quelli che ti cadono sui piedi perché non ricordi mai così pesante, come un baule che lasci a dormire fino all'autunno successivo, quando fuori diventa freddo - 
e trovare, tra le milioni di foto guardate e consumate sin da piccola, tre polaroid, dentro una busta da lettere mai postata, quasi lasciate per caso lì 31 anni prima, inconsapevoli, leggere e arrossite dal tempo.

Senza neanche un mese di lune, io tra le braccia di ognuno, in uno scatto di natale anticipato. 
Benché sia il fagotto di coperta il centro di quella festa fotografica alternata, vedo solo le loro braccia, che mi portano.


La mano a stella di mia madre, che grazia più di quella mano che sostiene non c'è, 
nello sguardo inclinato che le disegna le sopracciglia, stanca e bellissima, 
ai suoi piedi una coperta fatta ai ferri, dai toni inconfondibili che sceglieva sempre nonna Bianca 

e sulla sua gamba la mano di mia sorella, dalla pelle lucida e tesa come violino armonico, 
negli occhi i saltelli che faceva ormai da un mese, 
e il fresco della gioia e il calore di casa nel pigiama coi coniglietti, 
di cui avrei sentito poi grandi storie inventate per incantarmi


Come quel pagliaccio che le piacerà di sicuro,  
da sorella maggiore chesiprendecura, ma insegna,
lo tengo io, ma ci puoi giocare
(saltavano cappelli, perdevo i pon-pon, non c'era verso), 
ma i colori li ho imparati tutti, giuro.


E poi la felicità quieta già allora,
 di essere tra le braccia di dolce uomo moro barbuto, 
che sa tener chiuso il Vaso di Pandora lì vicino,
e che mi placa con un sorriso lungo, di quelli scardina-dispiaceri, 
che ora sono diventati anche i miei.


Il pensiero per cui forse impazzirò, è che queste tre polaroid hanno lo stesso tempo della mia luce addosso. Cioè, siamo nate vicine, hanno la mia stessa età. Un istante di luce impressa 31 anni fa - ma che continua a durare, e ancora e ancora e ancora ora.
E in ogni scatto, e dietro ogni occhio, c'è una prova, in cui so leggere i miei abbracci di adesso - come sono fatti, cosa stringono, per chi lottano, cosa proteggono, per cosa durano.

Riconoscere e danzarsi tra le braccia, viene da allora, dalla prima luce.

Per questo, io e il cassettone dei ricordi - quello che ogni volta dimentichi quanto sia colmo - abbiamo deciso che saranno gli abbracci, oggi, a compiere i nostri anni.



Nina nel suo Giorno di pioggia





11.11.13

Nina Nanna

Chiaro di luna scendi in fondo al mare
e arriva dove il vento non può arrivare 
e trova le parole per calmare 
quest'acqua che si mescola col sale 
quest'onda sulla riva della ciglia 
Che un po' t'incanta e un po' ti meraviglia 
Che un po' t'incanta e un po' ti meraviglia 

Fiore di scienza e libero pensiero 
Ancora senza nave e vela senza veliero 
bottiglia mezza vuota e mezza piena 
e pesci e luci e canto di balena 

Chiaro di luna segnami il futuro 
e mescola l'idrogeno e il carburo 
e mescola l'idrogeno e il carburo 
e passo dopo passo piano piano 


Illumina i miei passi con i tuoi 
che ogni passo avanti è un passo in meno 
e meno ossigeno nei serbatoi 
illumina le torri medievali 

E i falchi e il tempo e i sogni e gli ideali 
e le città sconfitte in fondo al fumo 
e il sangue e l'innocenza di nessuno 
il sangue e l'innocenza di nessuno.



(Le Lacrime di Nemo - L'esplosione - La fine / Francesco De Gregori)



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