25.1.12

Quando ero cerbiatto

bestiario illustrato francesca ballariniQuando hai qualcosa da dire che non sai spiegare a voce la scrivi, quando non deve restare chiusa tra le pagine, la scrivi su Io&Nina. Questo si chiama spartito.

Il Bestiario continua e pure Nina cambia δαίμων. Ora è un cerbiatto. In realtà lo è saltuariamente. Mi sa che c'è una mappa per comprendere ogni quanto e in che stadio in particolare le si allungano le zampette come fuscelli (ma come fa a restare in piedi?), qualche macchia bianca compare sul dorso e le ciglia si incurvano tantoché ci si appoggia la pioggia e pure una lacrima sta ferma sulla rima, come quella di mamma orsa.

Le lacrime di Nina Cerbiatto hanno una temperatura dal calore stabile, un po' infuocato, e scendono molto lentamente. Di solito aspetta a dar loro il via, non si accorge nemmeno: a un tratto si sente il muso bagnato, guarda in alto e non sta mica piovendo - anche perché la pioggia è fresca, sempre.

Se l'impossibilità avesse una temperatura, sarebbe quella delle lacrime di Nina Cerbiatto, impossibilità impastata e succosa di volere e sapere. È un cerbiatto misterioso che cammina per i boschi, ma sa bene ciò che vuol dire casa: torna spesso a vedere il posto a cui sente di appartenere, se per caso è cresciuto qualche albero dalle radici visibili dentro le sue stanze, sotto la cui chioma riposare.

È stata cerbiatto a Parigi, Nina, giorni fa. Ancora una volta al bordo di un bosco, delle mani amate l'hanno riportata di nuovo lì sul confine, a dirle non ti curar di nulla, vai e fai quel che vuoi.
Il cerbiatto ha guardato, ha pensato, e le è sembrato tutto un po' strano. Ogni volta crede di capire, e poi capisce che non ha capito. Forse perché è cerbiatto, è piccola lei. Forse.
È che quella storia l'ha sentita un milione di volte, ti raccontano che l'uomo lascia il cerbiatto curato e nutrito andare via libero per il bosco, nel suo ambiente naturale, e così è giusto che sia, e non voltarti mai, vai, corri! e cose del genere.

illustrazioni bestiario francesca ballariniMa questo cerbiatto qui è già tornato una volta, e torna e ritorna.
Perché allora, mani, non fate costruire delle briglie fiorite e lo tenete con voi?

A questa domanda non posta, un po' di ore dopo, mentre smangiucchiava lamponi da un cespuglio, Nina Cerbiatto si è sentita il muso bagnato e infuocato.

"Non dico mai le cose al momento giusto", pensa. Sbatte le ciglia, pesanti di interrogative e silenzi, ci cola via la finta pioggia, e si immerge di nuovo nella boscaglia. Qualche foglia da disegnare col muso appuntito sulla terra bagnata la troverà.

*


*

9.1.12

Alba ero, alba sarò

francesca ballarini albero illustrazione
« Ero? Anche in inverno c'è l'alba, insomma. Non c'è mica da aspettare la primavera, per la rinascita. Voglio dire, fiori e foglie arriveranno. I rami li ho, le radici pure. E allora sempre si potrebbe uscire, varcare, raggiungere! »

Così ha sentenziato l'albasarò che sta sul colle, qui vicino casa di Nina. È arguto e illuminato come sempre.
Con Francis Ponge sarebbe andato d'accordo, e io con loro.


È con facilità che vorrei si entrasse in ciò
che scrivo. Che ci si trovasse a proprio agio.
Che si trovasse tutto semplice. E però che
tutto fosse nuovo, inaudito: illuminato
con naturalezza, un nuovo mattino.

(F. Ponge)






*

4.1.12

Il Bestiario di Nina

illustrazioni bestiario francesca ballarini

È cominciato così l'anno nuovo, a disegnare con le nuove crete e sanguigne e carboncini, dopo che Nina mancò un po' qui da casa sua. 
E cominciò disegnando animali e bestioline addormentate, e ognuna assomigliava a qualcuno di caro, attorno a lei. 
Calvino diceva: "scrivo per comunicare, perché la scrittura è il modo in cui riesco a far passare delle cose attraverso di me, delle cose che magari vengono a me dalla cultura che mi circonda, dalla vita, dall’esperienza, (...), a cui do quel tanto di personale che hanno tutte le esperienze che passano attraverso una persona umana e poi tornano in circolazione".

Nina si augura questo, per l'anno a venire e oltre: che ciò che assorbe e ama e vede e sente, fortemente o lievemente fuggente, riesca sempre a fermarlo, senza paura o troppe traduzioni, ovunque si trovi, e farlo tornare "in circolazione".  Si augura di avere le matite appuntite, gli sfumini sempre pronti (che quelli son importanti), abbastanza inchiostro anche se si butta, spazio nelle tasche almeno per un mozzicone di gessetto, e colori diversi per disegnare ogni storia e ogni anima cara che è sua, magari proprio attraverso quell'animaletto spiritello che immagina per ciascuno. Da cui impara, di cui ricorda, a cui insegna, che ama, che attende, che immagina, che conosce, che incontrerà. Tutti in giro, tutti in circolazione, due, tre, dieci, n volte. E poi si augura di avere sempre colui che glieli doni gli strumenti, come stavolta e come ogni volta. 

Oggi mi sono sentita una volpe assopita, che forse aspetta passi l'influenza, e intanto sogna nuove furberie. Chissà se a fine anno sarò sempre lei, o ancora a cercare la forma più giusta e più mia, il δαίμων, lo spirito-guida "che ci assiste nelle decisioni" secondo Socrate, "l'autentica natura dell'anima umana, la ritrovata coscienza di sé"!

Intanto la nonna di Nina, che tiene sempre stretto il suo astuccio di piccoli tesori in una sorta di veglia, e Grace, col suo maglione rosa, caldo quando è freddo e fresco quando è caldo (quando ero piccola era rosa, ora è quasibianco), indubbiamente, vi assicuro, hanno trovato il loro.


Buon inizio a noi,
Nina Zzzzzz.

*

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...