22.1.13

Via Rinaldi 46, Ninopoli

18 anni fa vivevo in questa città. 
Per 10 anni ho vissuto in una casa, in questa città, che se penso alla felicità abitata penso a quelle mura, e le mura in realtà non c'erano. Ogni volta, di fronte alle persone vicine a me - le presenti sempre, le andate, le nuove - penso se sono passate o no in quelle stanze, come fossero stanze del mio cuore ché per conoscermi sarebbe stato bello fossero state camminate da ognuno di loro. In Via Mura Occidentali 33.

Era un porto - e aridaje col mare, Nina - allegro, di passaggio, senza vernice, ma di fiori freschi. Senza lampadari, ma coni di carta o di stoffa che Grace aveva improvvisato. Un improvviso fresco e infinito. Un non-lampadario in particolare - veramente brutto e per questo così amabile - era un foulard, eredità degli anni ottanta, dalle stelle gialle fluorescenti che spenzolava giù dal filo come i fantasmini che si fingono ad Halloween. 
Attorno ad alcuni stipiti delle porte avevamo dipinto dei fiori per-nulla-stencil, e di fuori delle foglie verdissime e mai finite, in un balconcino prima grigio che s'affacciava su un parcheggio altrettanto grigio. C'era passato tanto fiume d'amicizia dentro, e di gioia, pura, adolescente ("che comincia a crescere") e pulita. E pure i dolori, che cominci a conoscere.
Poi finì, poi dovemmo lasciarla, con le foglie lasciate a metà, il non stencil sulla porta, i bauli da rifare, i poster attaccati con lo scotch dipinti da mia sorella per scenografare il mio compleanno dei 13 anni. Preso sottobraccio il gatto, siamo tornati alla casa di sempre, io comunque lontana, a finire l'università urbinate, e così via. 
Non ho voluto più parlare tanto di quella casa, per quanto fitto era entrato dentro ogni istante, da cui non ci si poteva muovere, era stato come traslocare dalla felicità, e questo a un cuore non si fa; anche fossi stata agli antipodi, il pensiero non era mai riuscito a contenere quel distacco. Era un addio silenzioso, un ritorno rimandato all'infinito. 
Qualche anno fa son riuscita a passar lì sotto, senza cambiare strada per non vedere: son entrata nel pianerottolo, col portone eccezionalmente aperto, ad annusare quell'odore di tappezzeria che ricordavo così, e sentirmi quindicenne in quella felicità abitata, di quando fai gli scalini 3 a 3, e corri non si sa per dove non si sa per che. 


In questo ultimo anno, da quando Nina tornò cerbiatto da Parigi, sono cambiate tante cose. Sono cambiate, hanno girato l'angolo, la boa, superato la linea d'ombra, non lo so; un po' come 6 anni fa, via da Bordeaux, tornando sceglievo una 'sliding door'. A dirla tutta, ogni volta che torno dalla Francia capita qualcosa che mi fa curvare la strada (è difficile capire cos'è, ma dev'essere strada).

Un 2012 magmatico, diciamo noi, fin quando, mentre sotto ribolle quello che hai sempre sentito, arriva un piccone che spacca la crosta ed ecco che fuoriesci ed esplodi. E macerie e spiegazioni che non si ascoltano. E fenici dalle ceneri, e quelle cose lì. 
Una strada accidentata, pure dentro, lontana da Via Mura Occidentali 33, ma per riavvicinarsi proprio a lei. Difficile spiegare più di questo, se non hai già capito.

Così allo scadere dell'anno ho cercato casa. In questa città, che fisica poteva essere anche altrove, ma che fosse la ninopoli di bambina. Un improvviso che profumasse di fresco e infinito, senza pareti, una casa gialla per la felicità che immagini dentro, per sentire l'odore del mare pure da lontano. 
E ho trovato lei, che gialla lo è per davvero, da sola, ma non sola.
Sento il fiume che ci passa attraverso e ci riconosco il futuro, di quando il "rimandare all'infinito" non ti appartiene più. Più.

Uscita da quel portone, anni fa, a sentir di nascosto l'odore di tappezzeria in Via Mura Occidentali, avevo guardato in alto, al secondo piano, e una finestra era aperta, abitata non so da chi, e il lampadario con le stelle fluorescenti era ancora lì, appeso storto alla lampadina. 

Le cose, quelle che s'impregnano di vero e di tuo, aspettano sempre il tuo ritorno. 


(Vi scrivo da Ninopoli, Via Rinaldi 46, primo post, e la prossima volta ve la racconto la mia casa gialla)


Nina, che conosce la canzone e riconosce la strada

9 commenti:

Anonimo ha detto...

aspetto il racconto della casa gialla. Un abbraccio grande ale

Francesca ha detto...

t'aspetterà!
t'abbraccio
nina

SiLviA ha detto...

mi è venuta tanta voglia di rivisitare tutte le case che in cui ho abitato... ogni volta ci si lascia un pezzettino di sè...
aspetto il racconto della tua casa gialla, a presto!
Silvia

PS: anche io ho avuto una casa gialla, in una città di mare... :)

Tra cenere e terra ha detto...

Mi lasci con un bisogno inespresso di bellezza dentro...

papavero di campo ha detto...

proseguono, donc, i rendez-vous con la felicità! con quella che ti meriti, toccata in sorte per via di grazie che si fanno Grazia, e per quella sgraffignata, corteggiata e acchiappata..
felice per te mi sento! che lo sai il bene che questo mio cuore verso te riversa, come a un'amica giovane, come a un'amica vecchia, come a una figlia mancata, che non c'è stata ma che ritrovo presente dentro di me -e in altre creature preziose come sei tu ad esempio-...
e la nuova casa coi nuovi sentimenti che in petto scoppiano, è davvero un affaccio sul mondo, su quello fuori ma -che bello- ancor di più su quello dentro..ed è gioia pura, da distillare, da custodire..
ogni età ha una sua dimensione estatica la cosa che ci compete, e non è facile, è di afferrarla, adesso e non dopo! azz è qua il punto vero! prendersi la responsabilità del proprio desiderio! che detto così sembra romantico invece è duro e tagliente come lama di coltello..ma ci sono le case..ci sono gli amori..ci sono gli anni giusti..e prendi quello che è tuo! prendilo e curalo!
scusa se ti parlo come zi prevete si direbbe a napoli..vorrei invece come una Emily saprebbe dire, poter sussurrare godi della vita, fisica,sensoriale,
tattile, sensuale e spirituale, tutto ci sta! ma d'ogni cosa che sia tu capace di sostenere la portata la potenza del tuo desiderio..
hai delle radici così ramificate ed affetti grandi assidui e sei un fascio di bellezza tu! cara francesca cara sotto spoglie ninesche! <3

nina ha detto...

silvia cara che bello leggerti qui in questa forma nuova, ti abbraccio forte***


papavero, "Prendersi la responsabilità del proprio desiderio. Sembra romantico, invece è duro e tagliente come una lama di coltello."
grazie di te

nina ha detto...

@Tra cenere e terra
esprimilo! :)
n

Anonimo ha detto...

che bello il tuo blog, Nina.
complimenti.
hai una bella poesia dentro.
tornerò a trovarti.
Rorò controvento

nina ha detto...

controvento, torna presto! col vento a favore
nina

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