
"Lascia che ti dica un'ultima cosa. Magari ci sono andato vicino, ma non ho mai avuto ciò che hai avuto tu. C'era sempre qualcosa che mi tratteneva o mi ostacolava. Come vivi la tua vita sono affari tuoi.
Ma ricordati, cuore e corpo ci vengono dati una volta sola.
La maggior parte di noi non riesce a fare a meno di vivere come se avesse a disposizione due vite, la versione temporanea e quella definitiva, più tutte quelle che stanno in mezzo. Invece di vita ce n'è una sola, e prima che tu te ne accorga ti ritrovi col cuore esausto e arriva un momento in cui nessuno lo guarda più, il tuo corpo, e tantomeno vuole avvicinarglisi. Adesso soffri. Non invidio il dolore in sè. Ma te lo invidio questo dolore".
(A. Aciman - "Chiamami col tuo nome" )
Parto per una decina di giorni verso Londra, faccio muovere le ginocchia, ma per lavoro. A ogni giorno penso darò un numero, che di alti e di bassi - come un ottovolante, ma un 8 che spero non sia infinito- fin troppo mi stanno sconquassando lo stomaco, giusto per rimanere nella percezione fisicacorporea del quotidiano.
Ché Nina spesso fa la vaga, fa l'eterea, ma il "momento delle caviglie" è il più netto in lei, ed è quello che davvero la dovrebbe far muovere.