"Tereza sentì la propria anima precipitarsi alla superficie attraverso tutte le vene, tutti i capillari e tutti i pori, per mostrarsi a lui." (M. Kundera)
Penso che tutto sia legato a una fatto molto limpido, fuori da tutti i garbugli che con la quotidianità e i progetti apparenti siamo capaci di creare.
C'è chi è determinato e c'è chi è determinante nelle nostre vite.
Non possiamo farci nulla, e io ne gioisco. Voglio dire, non sono preoccupata, perché mi sento fortunata.
Perché io so chi sei, e so che tu sai chi sono.
E intendo tutto l'essere che porta con sé quel verbo, come si è, cosa si desidera, l'idea più antica che ci portiamo dentro - per caso nella nostra anima ci stia scritto qualcosa in allegato, una didascalia, una specie di etichetta del tipo "lavaggio a mano, non candeggiare".
Io ho la sensazione che quest'etichetta qualcuno l'abbia letta, e che io abbia letto la sua.
Quando succede questo, nessuno può togliere la forza; può succedere tutto quello che vuoi, resta il fatto che someone found you.
E quando sei trovata, quando sei e sai, non c'è strada migliore, non c'è posto migliore, è come sentirsi a casa, ma pure altrove, solo che nello stesso tempo.
Kundera, ancora, scriveva che nel vivere non c'è alcuna felicità, è portare il proprio io dolente per il mondo. "Ma essere, essere è felicità. Essere: trasformarsi in una fontana, in una vasca di pietra, nella quale l'universo cade come una tiepida pioggia."
Davvero è la sensazione forte che sente il mio corpo, sicuro senza paura. Una sensazione a volte sfuggente, pur sempre conoscendola. Perché il corpo mio, con cui parlo, è uno, e la solitudine è cosa atavica. Ma qualsiasi cosa accada, si dica, so che una specie di me è in giro per il mondo, a passeggio, o magari mi è seduta davanti, con un altro cuore un altro corpo un'altra vita, e per questo bella, perché altra.
Ha un corpo diverso dal mio, e se lo visualizzo è un corpo felice, ha le farfalle nello stomaco, ha il cuore in gola e parla con le parole che so che sa che vorrei, risponde prima che io domandi, ha gli occhi pure dietro, perché tutto vede.
Magari un giorno saprò spiegarlo meglio, e forse lo spero. Però dico grazie a questo tempo, a questo scorrere del tempo che me lo fa capire.
Sapete, io e il tempo ci amiamo, perché secondo me la sa lunga. E a me, che penso sempre sia troppo breve o fuori registro, lui guarda paterno e rassicurante, e mi schernisce.
Buon viaggio, buon anno futuro a voi, che sempre dolcemente passate di qui.
Nina
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