
Ci ho messo un pò per trovare il tempo giusto e scrivere della giornata-mostra al Caseificio.
Ora tutti sono al loro non-posto: il gatto che russa sulla poltrona, il sole delle ore 13 che illumina il parco fuori ormai spogliato, il ticchettìo della pendola, il rumore di qualche sparuta macchina che torna a casa per pranzo.
Gli oggetti sembrano ascoltare e partecipare, come sempre. Sono un'animista, è accertato.
La Festa al Caseificio è stata bella. Davvero una festa nel vero senso della parola. Non era una sagra, pur nella rusticità, non era un "evento" (come va di moda dire), pur nell'istituzionalità: era un covo di energie diverse.
Energia di Giulia - la Signora (ragazza) del
Caseificio Piandelmedico - l'artefice di tutto, dai formaggi inventati al luogo di terra che 5 anni fa ha voluto costruire, fin ad oggi con l'idea di un
compleanno dell'azienda festoso da arricchire con mostra fotografica, presentazione di libri, musica country, risotti al formaggio lì ricreati dagli Chef
Cuochi di Marca (i figli, anzi), e la mozzarella di bufala meravigliosa, fatta da lei stessa, davanti a tutti, nel calderone di legno, bollente, che ci metti le mani dentro e diventano di latte.


Esperienza unica un morso di mozzarella bollente appena fatta, una delle cose più buone che io abbia mia assaggiato. Perché è la condizione in cui lo fai, il perchè, e la potenza dell'energia di cui prima, che illumina davvero tutto.
Quando una persona ama ciò che fa, brilla, brilla davvero. Giulia è esempio di questo.
Alle 7 di sera quando tutto cominciava a sbollire, e chi seduto riflessivo (?) su una panca, chi assaggiava l'ultimo spumante, chi raccattava i propri mestoli o libri o pentole o fotografie, lei era ancora lì con le sue galosce bianche a ritmar a colpo di taccoepunta di gomma la chitarrina dello spilungone musicista della country-band. E poi c'eravamo noi a ballicchiare, e la guardavamo ammirati e compiaciuti.
Per la mia mini-mostra fotografica io davvero non sapevo cosa aspettarmi, dato che la stampa è avvenuta in poco tempo e con poca praticità ad assistermi, ché quella, come qualcuno sa, la devo rafforzare come un muscolo. Ma devo dire che sono soddisfatta, Nina è stata brava!
Alla fine le fotografie hanno trovato il loro giusto posto e mi sentivo forte e gioiosa, e chi è passato di lì si è complimentato, si è chiesto, si è soffermato sul tartufo/mora, ha creato attenzione.
La scelta, fatta in fretta, ma che in poco spazio e in poco tempo doveva soffermare le persone che erano lì solo per degustare, era di non mettere belle fotografie singole e basta. Era di creare sinergia tra tutte, come se fossero un unico di parti che non possono sussistere senza le altre. Che fosse anche specchio di quello che succedeva lì fuori in caseificio, i campi, le stalle, le bufale, le persone, il formaggio, il gusto.
"Dalle Terra alle Mani", così si chiama.
Sono nati allora 4 pannelli 70 x 55 cm, applicati su forex (anche da arredamento devo dire niente male). La delegazione "politica" che è passata di lì ha chiesto il biglietto da visita, ora vediamo se e cosa accadrà. Domani mattina sarò di nuovo in tour con la mia collection al Teatro delle Muse di Ancona per l'evento "Tipicità", di nuovo seguendo Giulia e i suoi formaggi di bufala, che puzzano, ma puzzano di terra e di buono.
Puzzare di buono.

E quelle energie di cui parlavo, che erano diverse, come quelle niniche che si aggiravano e mi sostenevano in una luuunga giornata da expo sui generis (pannelli appesi su grata sostenuta da cannucciaia, su pavimento facilmente imbrattato di fango e qualcos'altro di non tanto sconosciuto..) hanno raggiunto l'apice quando una gentil donna dal cappotto viola ricamato, si è avvicinata e mi ha chiamato.
"Francesca?"
"mmm ..si?"
...
PANICO!
Sì perchè, come dicevo, quando mi trovo davanti a un "regalo" grande e a sorpresa, rimango senza parole. Divento proprio ridicola eh, tipo dislessica/afasica, e Carla ha avuto il meraviglioso dono di vedere oltre questi imbarazzi (spero).
E' la prima volta che mi capita di vedere dal vivo, abbracciare una persona che così bene mi conosce sulla rete e di cui mai ho incrociato gli occhi. Per cui mi sentivo anche svelata, spogliata, e non era davvero niente male tutto questo.
Lei era lì, con un pacchetto per me che profumava di arancio (
una pioggia di polvere d'arancio preziosa più dell'oro!), e il suo sguardo fenomenale. Di fronte ai pannelli fotografici in un battibaleno e con una
nonchalance da Argan dei giorni nostri & nineschi, riconosceva ogni fotografia che io avevo postato qui, nei miei 200 post, e dove e perché e come! Dalla tavola imbandita londinese, a quelle mani di madre che abbracciano il pane.
E ovviamente ha riconosciuto il
fioraio a testa in giù che mi scriveva sulla sabbia, lì presente (e che lei, marchigiana, vanta di avere sulle Pagine Bianche di quest'anno).
Insomma, occhi sgranati e bocca spalancata, che la mia memoria già parecchio ammirata e pure quella di Nino, lei sembrava superarla di gran lena!
Immensa felicità quindi. Di trovarsi, di riconoscersi e di riconoscere.
Davvero prezioso.
La festa per cui è stata la mia, è stato il cerchio di energia e gli incontri fatti ad aver costruito una giornata così luminosa, in cui tutto era al posto giusto.
Penso però che la mia prima-vera-mostra, sarà quella che farò con ciò che più amo e più e mio, con i miei di-segni, e che sappia di note basse e blu e di pioggia e di suoni di violino, e di quello che,
grazie Marilì, fa breccia nell'animo.
E ci sarete voi che ogni giorno mi fate sentire, e mi date prova, che davvero accade.