Supponiamo che questo muso carnacialesco qua sopra sia io, e le manine, che tengono il telo delle guance per non far cadere a terra due fiumi di lacrime silenziose, di non so chi.
Forse sempre mie.
E' uno di quei momenti in cui parlo di aria mancante, di pesci e di habitat.
Allora cerco con tutte le forze di trovare il mio angolo ritagliato in mezzo a tutta l'aria non mia, mi ammutolisco quando è così.
Non è una questione di infantilismo, benché serva molta forza per superarla. E' un fattore di "non traduzione".
Perché, pure io tentando, non trovo risposta o aiuto, e mi toglie una quantità di forze e speranza che non so spiegare.
Allora sai che faccio? Ridatemi i miei disegni le mie foto, e mi tengo sospesa a guardarli, a mezz'aria, dove c'è la mia aria, quella che sa leggermi e a cui non devo chiedere nulla o spiegare.
Mi ridà energia nuotarci dentro un pò, tutto qui.
C'è una specie di afa qui a Roma, non si respira bene.
E' nuvoloso come in autunno, ma non piove neanche. Strana aria in tutti i sensi.
Oggi è Roma che è specchio.
Quei fiumi sulle guance restano a scorrere statici, diventano laghetti in attesa di asciugarsi.
Non vedo l'ora di tornare a casa
12 commenti:
che ci fai, piccolina, lì, dove quelle manine sono insufficienti?
è vero, conosco mani ben più belle e grandi.
anch'io oggi sono stata a roma, un'aria asfittica invivibile quando non trovi bellezza e senso..
noi misura d tutte le cose anche delle cose che non sono
e non per infantilismo che quei fiumi di lacrime silenziose vorrebbero esondare,
è che esistono i sentimenti di tristezza, riconoscerli accollarseli è quel carico dolente che le nostre spalle intendono rifuggire,
tornare a casa sì ché vuol dire tante cose
ps: dò un papavero a ninettabella
Quelle guance sono troppo pesanti.
Ti manderei una bottiglia con dentro baci ossigenati, un fard rosato. Una lettera.
Un biglietto di ritorno.
papavero, che bello pensare che eri nei dintorni miei. L'altro giorno da sola uscendo dalla metro mi è parso di vedere una persona che ti somigliava, ma poi ho pensato che avevi cambiato taglio di capelli e non potevi essere tu ; e ho pensato pure che sarebbe stato bello riconoscerti tra la folla... voglio dire un papvero spicca lì in mezzo!
quel che dici è vero, accolgo il tuo fiore e torno a casa col pensiero.
Rossana, prendo tutti i tuoi doni e sorrido al fard rosato. un abbraccio grande a te
francesca, a guardar bene, quello è un petalo di rosa nasuto che sta bevendo rugiada con aria un po' persa, o assorta, da degustatore.
un estimatore di lacrime, un sommellier di scrosci.
meraviglioso lieve puntodivista "artemico".
grazie,un bacio
Nina un filo d'erba che suona per te c'è sempre, e se vuoi anche un piccolo premio...
un abbraccio di buon ritorno L.
lidia cara,
risponderò al tuo premio prestissimo, mi fa felice quello che scrivi della mia matita che sono io.
:)
ti abbraccio,
f
passerà passerà sta gia passando forse, ma ho poche forze forse mi addormenterò
Non ti conosco neppure, se non attraverso la tua matita e le tue parole, eppure mi è venuta voglia di abbracciarti perchè a volte ci si riconosce senza conoscersi. E fa quasi male.
ho lasciato decantare il tuo messaggio che capivo e lo serbavo nel cuore con dolorepiacere. come corrispondenza dei sensi.
un bacio dolce cara Marilì.
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