Dovrei andarmene a letto, che la sveglia è
presta e la notte è tarda; ma mi spiace lasciare Nina all'asciutto questi giorni, lei abituata com'è alla pioggia.
La comunicazione di disservizio è che Nina questa settimana è in perenne viaggio tra città, verso un'Accademia a perfezionare mano e tecniche e libertà creativa, con il gran mastro illustratore spagnolo Javier Zabala.
La giornata inizia e si completa sopra un foglio, anzi tanti suoi ritagli, colori mai usati, monotipi imbrattati e mani da bimba affamata di gouache.
Paradossalmente tutto nuovo per me ed è una citta visibile quel pezzo di tavolo mio, perché ci sono io e ci sono io che provo a conoscere di più le mie mani.
Testa e cuore e polsi lavorano anche quando dormo ormai.
Mi piace, e non aspettavo altro momento di andarmene in giro con alre 24 teste per la città con un blocco da disegno a ritrarre dal vero. Sempre sognato, io liceale col vocabolario di greco sottobraccio.
Insomma son lì e quel che nasce cercherò di postarlo prima possibile.
Un po' come fossero le vie della città di Ninopoli, le insegne spente o accese nella notte.
Potreste non riconoscermi, perché dismetto i miei abiti questa settimana, per rischiare e provare nuove strade, ma li ritroverò di sicuro la prossima, ricamati al punto giusto, che stringono la vita e fanno della gonna un grande arco.
Nina passa dal "Via", e ricomincia.