29.7.10

A testa in giù


A Ninopoli oggi s'è pianto, perché Nina-prima-cittadina non ama perdere tempo.

Allora s'è deliberato che, per stravolgere tempo e spazio, a Ninopoli si deve camminare a testa all'ingiù. 
Come pavimento il cielo e come cielo il mare, così la pioggia diventi tu se per caso piangi, e le nuvole diventano barche che sanno davvero trasportarti dove vuoi.

28.7.10

A Ninopoli c'è


un faro, non manca mai



un gatto che cammina sul mare, controvento


un uomo Mariposa.



Mi rubo di soppiatto qualche ritaglio dal tavolo che lascio ogni sera, perché i preferiti vengono appesi al muro e ogni tanto ci voltiamo e li guardiamo assorti.
Loro invece son venuti con me nascosti tra le pagine dei Racconti di K. Mansfield, che ho deciso che illustrerò, per mio piacere e mia prova. A Ninopoli le case si costruiscono così.

27.7.10

Ninopoli



Dovrei andarmene a letto, che la sveglia è presta e la notte è tarda; ma mi spiace lasciare Nina all'asciutto questi giorni, lei abituata com'è alla pioggia.

La comunicazione di disservizio è che Nina questa settimana è in perenne viaggio tra città, verso un'Accademia a perfezionare mano e tecniche e libertà creativa, con il gran mastro illustratore spagnolo Javier Zabala.

La giornata inizia e si completa sopra un foglio, anzi tanti suoi ritagli, colori mai usati, monotipi imbrattati e mani da bimba affamata di gouache.
Paradossalmente tutto nuovo per me ed è una citta visibile quel pezzo di tavolo mio, perché ci sono io e ci sono io che provo a conoscere di più le mie mani. 

Testa e cuore e polsi lavorano anche quando dormo ormai. 
Mi piace, e non aspettavo altro momento di andarmene in giro con alre 24 teste per la città con un blocco da disegno a ritrarre dal vero. Sempre sognato, io liceale col vocabolario di greco sottobraccio.

Insomma son lì e quel che nasce cercherò di postarlo prima possibile. 
Un po' come fossero le vie della città di Ninopoli, le insegne spente o accese nella notte. 
Potreste non riconoscermi, perché dismetto i miei abiti questa settimana, per rischiare e provare nuove strade, ma li ritroverò di sicuro la prossima, ricamati al punto giusto, che stringono la vita e fanno della gonna un grande arco.

Nina passa dal "Via", e ricomincia.



22.7.10

Pioggia stesa



Ieri sera, per gioco, ho steso nello stenditoio nascosto dall'albero di mele cotogne del giardino qui di Bray il mio taccuino-color-sabbia numero 3.

Fluiva nel vento lieve lieve. Era buffo assai.
Non contenta, ho appeso anche la mia penna 0.4, e li ho guardati starsene lì penzoloni.

Poi, come una bambinetta che prima vuole un gelato e poi ecco che corre via dietro a una farfalla, mi son inoltrata tra le viuzze che costeggiano il fiume, uscendo dal cancello del giardino, e dimenticando il taccuino lì appeso.


Stanotte per la prima volta da quando sono qui ha piovuto.


L'ho ricordato e ritrovato solo ora, così, asciutto e imbevuto di pioggia.

Pensa che bello, dico io.


19.7.10

Quando ride e piove




Oggi è il 19 Luglio 2010, e il cielo ancora ride e piove, proprio come 7 anni fa.

In questo Ritratto romano in una vigilia d'estate, la verità è che siamo in due, ed è la cosa che mi fa più felice.

Grazie ai Calycanti che hanno reso realtà la magia, o la magia realtà, e che l'hanno svelata, a loro insaputa, proprio oggi.



16.7.10

Non andartene, amore, senza avvertirmi.



Non andartene, amore, senza avvertirmi.
Ho vegliato tutta la notte e ora i miei occhi
sono pesanti di sonno.
Ho paura di perderti mentre dormo.
Non andartene, amore, senza avvertirmi.

Mi sveglio e stendo le mani per toccarti. Ti sento e
mi domando: "È un sogno?"
Oh, potessi stringere i tuoi piedi col mio cuore
e tenerli stretti al mio petto!

Non andartene, amore, senza avvertirmi.


(R. Tagore)



12.7.10

Senza voce






(prendi la strada di mezzo allora, quella con i mattoni gialli del mago di Oz)




8.7.10

Carta PiacenNina



Togli tutto Nina, almeno prendi un po' di sole.



5.7.10

Tenerezze


Sono circa, uhm, 10 ore esatte che dovrei mettermi a conteggiar fatture e resoconti per la commercialista-dal-sedere-tondo che mi aspetta domani. Ovviamente ho fatto tutt'altro.

Ho disegnato nuovi mari, ipotizzato diverse cornici, ho mangiato un'albicocca, mi son chiesta domani che farò (ho preso il fascicolo verde delle fatture), ho raccolto nuovi versi, ho risposto a dolci e interessanti richieste di regali di battesimo (ho aperto il fascicolo verde delle fatture), ho messo un rossetto per stare a casa [arancione, ndr, dove osano le Nine], ho annusato un dono inaspettato e trovato il nido a una colombella di carta, sono andata alle Poste, ho riso amaramente dell'impiegata di sportello che ha coperto mezzo disegno della cartolina che inviavo col francobollo di Pavarotti, ho organizzato la salita a una discussione di laurea, ho fatto il caffè, ho letto la schiuma dei giorni, (ho aperto la cartella digitale controlla fatture), ho impacchettato altre conchiglie, e riso del gatto spaparanzato a zampe in su.


Sai quando hai di fronte, o vicino, o anche solo nella testa, qualcosa, ma non sai se è davvero la tua?
Però sembra proprio per te, voglio dire, anche il gesto per porgertelo, se potessi riconoscerlo senza possibilità d'errore dall'esperienza e dal confronto, sembra davvero abbia il nome tuo stampato sopra.

È quello che mi distrae, se quel dolcetto è per me oppure no.
Come sempre non oso chiederlo direttamente, e rimango col cucchiaino sospeso a mezz'aria.



3.7.10

Il cuore del mare ciecamente innalzato




Quest’ora del respiro porta con sé per sempre la tua grazia.
Posso amarti ogni volta a tua insaputa,
distante che non sai quante distanze
compie il mio passo che ti segue ovunque
dove non sei, dove non sai di essere,
dove nemmeno senti che ci sono
a custodire quel che di te posso.

(F. Scarabicchi)





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