15.3.09

Where the real starts



"La vite, invecchiata sopra l’albero vecchio, 
cadde insieme con la ruina d’esso albero 
e fu per la trista compagnia 
a mancare insieme con quello".




Così raccontava in una delle sue brevi favole Leonardo Da Vinci, di cui 4 anni fa pubblicai, audace, la mia tesi d'illustrazione nella quale rivedevo e reinterpretavo ciò che lui scriveva e a tratti disegnava.

Questo era uno dei suoi - neri, nerissimi! - racconti che più mi aveva colpito e che facilmente avevo disegnato. Ne avevo estrapolato veloce il concetto, che era arrivato subito alle dita e alla penna a china, invece di fermarsi prima un po' in testa a frullare parallelismi e immagini correlate.
Insomma mi aveva stupito, e aveva aderito alla mia interpretazione di significato significante segno sogno in un battibaleno.


Fatto sta che, dopo 4 anni appunto, passeggiavo ieri pomeriggio nei pressi di un antico eremo e del magico bosco che lo preannuncia. 

Fotografando qua e là i meravigliosi alberi che come personaggi in una prosopopea mi accompagnavano nella passeggiata, mi sono imbattuta in loro.




Mi sono allora ritrovata a sorridere da sola (anzi no, di sicuro assieme a me sghignazzavano le gemme e le foglioline e i rametti del bosco vivo), di un sorriso speciale che vibrava che spostava come un vento le fronde di quegli alberi uniti. 

Era come se un mio disegno avesse preso forma a mia insaputa, e chissà da quanto tempo stava lì ad aspettarmi. 


Il più delle volte sono io che riporto su carta - su qualsiasi carta abbia sotto mano - ciò che vivo, ricordo, che i miei occhi fermano.

Ma quando, in quei magici casi, è il mio disegno che prende forma nella realtà e lo ritrovo di fronte ai miei occhi, tridimensionale, vecchio, segnato dal tempo senza lembi stropicciati attorno né chiuso in un taccuino,  questo fenomeno sviluppa in me un'energia dentro che mi fa dire non voglio fare altro nella mia vita che questo. 


Disegnare, come dire, disegnare la mia realtà. O il mio sogno. 

Sì insomma, dipende dai punti di vista.







13 commenti:

Elena Bruno ha detto...

Una sorta di dejà vù, già pensato, già ritratto ed ora reale ...
suggestivo, sorrido anche io con voi :-)

papavero di campo ha detto...

che bello ciò che racconti! è sia un racconto che una nota biografica, brava Nina a non indietreggiare di fronte a Leonardo! fortuna aiuta gli audaci!

la vite, ci riflettevo già molto tempo fa, la vite è cristiana! contorta sofferente paziente intenta a distillare un succo rosso come sangue,
la vite è rugosa porta i segni del tempo ed è caduca anch'essa quando arriva il suo tempo!

Cuoche dell'altro mondo ha detto...

La prima cosa che mi viene in mente è dirti "che bello quello che racconti" e vedo che Papavero mi ha tolto le parole di bocca. Ho provato una sensazione di gioia nel leggerti, non oso immaginare ció che hai provato tu.
Un bacione
Alex che lavora come traduttrice ;-)

Anonimo ha detto...

La realtà e il sogno si superano a vicenda, si oltrepassano e si intrecciano, si seguono e si compenetrano e segnano nuovi giorni sogni. Che bello passare a trovarti, si respira il cielo qua.

artemisia comina ha detto...

ciò che ho immginato, è di toccare la corteccia, sentirla sotto le dita.

Francesca ha detto...

twostellina, un sorriso da boschi magici e da romantici giardini di ciliegi...

papaveromio, audaceNina pensa che hai ragione che la vite, sofferente e rugosa, il suo tempo lo lega alle cose attorno . da sola non starebbe mai.

Alex, mi piaceva pensare che seguivamo uno stesso ritmo dato che anche io da casa quando non esco per servizi.,, che bello che traduci, mi fa pensare che sia una cosa piacevole, lavorare con le parole e i significati..no? un abbraccio stretto

Marilì, T S Eliot diceva che gli uomini non possono sopportare tanta realtà. ma tutto si integra dico io e allora dimmi qual è la linea di confine o where the real, really, starts...
grazie, che bello, mi piace che si respiri il cielo!!

Artemisia, la sua-loro corteccia era asciutta e grigia,e non riuscivi sul serio a capire dove cominciasse l'uno e finisse l'altro.

Un bacio,
f

Anonimo ha detto...

l'emozione che hai trasferito nel disegno ritorna a te, dall'immagine reale. l'arco si chiude, a cerchio.
che bello.

Fastidiosa ha detto...

Trovare nel mondo ciò che immaginiamo, trovare la versione reale di quello che è già nella nostra mente... è una magia!
Come l'arco che hai disegnato... per me è la metà di un cerchio. Metà è fuori terra visibile a tutti e l'altra metà al di sotto, la possiamo immaginare!
un bacione cara visitatrice dei boschi. :-)

Anonimo ha detto...

Anche a me e' successo di trovare nel mondo qualcosa, o meglio, qualcuno che avevo immaginato.
Everyone wants to be found, alla fine.

Francesca ha detto...

Cobry, capisci vero che intendo? un bacio color cipria.

Fastidiosa,
tu, folletta, c'eri in mezzo alle fronde e alle gemme vero? sghignazzavi con loro vero? :) mi colpisci con l'arco di cui parli. ti abbraccio

Anonimo, come dire got in translation.

Anonimo ha detto...

Misurare la vita a cucchiaini può essere realtà e così mi sento risucchiata in sogni così veri che non c'è altro intorno, solo foglie che sghignazzano e un segno di verità davanti a me, il tuo.

verderame ha detto...

come vibrano la tua immagine e la foto nel bosco, si fanno da cassa di risonanza l'un l'altra, in fondo sogno e realtà sono una cosa sola, vivono e muoiono assieme e poi ricominciano in altre cose, in altre vite.

Anonimo ha detto...

Marilì, onorata. proverò a far sì che questo panorama di segni di cui parli si arricchisca sempre di piu', da non far sfigurare realtà e sogno assieme.
grazie M

Verderame, è vero, si amplificano, ora sono un tutt'uno assieme, chissà se lo sapevano...
un bacio

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