17.6.08

Non mi ricordo più


Son andata nella sua nuova, vera casa.  Faceva strano vederci lì, assieme, in quei nuovi ruoli. Era difficile contenerne l'idea, probabilmente non ci sono ancora riuscita. 

E' come se si fosse aperto un nuovo cerchio, e poi ancora un altro, e poi un altro ancora, e poi questi si siano incatenati e la chiusura di ogni cerchio io l' abbia persa ogni volta. Quando è successo mi chiedo, in quale preciso momento si è concluso, non ricordo più.
Gli abiti di ognuno son cambiati, le facce, gli sguardi, si stanno riabituando a una nuova luce.
Difficile razionalizzare i cambiamenti e parlarne con lucidità.

Oggi ho comprato "L'uomo che non credeva in Dio" di E. Scalfari. Mi chiamava già da un po' quel libro, spero di  scoprire il perché.

"(...) Se hai conosciuto amore e dolore, se hai accettato i tuoi limiti ma hai utilizzato tutte le valenze vitali delle quali disponevi, se non hai prevaricato, se infine non sei stato avaro di te stesso, questo vuol dire aver fatto i conti con la morte".

Ndr: Non voleva essere una citazione cupa,  ma d'altronde fuori il tempo non si capisce bene com'è e potrebbe anche darle quella valenza. E poi quando degli scritti così chiamano dallo scaffale della libreria più disordinata del mondo, e quando non si sa se pioverà o verrà il sole, e cerchi una qualche minima certezza, beh questi scritti fanno del bene, poco da fare.


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