
Stamattina mi sono svegliata e ho trovato la cucina con le mani di mia madre.

Era ovunque, nella disposizione delle sedie , nella scelta della tovaglia nella tazzina col girasole e il foglietto per me, la marmellata per mio padre e le tende appena scostate, il silenzio sospeso che sapeva solo di lei per noi; e sempre con quel qualcosa lasciato in attesa, come il tagliere di legno in bilico sul lavandino.
Non so come faccia, ma riesce sempre a lasciare qualcosa che, mentre il resto è perfettamente completato, "concluso", quello rimane a metà nel tempo.
E va bene così, non potrebbe essere altrimenti, osservo ogni volta, perchè è vivo e sembrano girarci ancora le persone per la cucina.
Adoro quel tagliere.
Oggi è il suo compleanno e la torta stanotte l'ha fatta lei e le ciliegie come candeline ci aspettavano, dicendo fra poco torna, intanto godete di tutto questo. Ero assonnata e ho cercato di fermare il più possibile l'incanto del sospeso, che ogni giorno Grazia crea tutt'attorno, come per magia.
E ogni volta rivedo quei segni suoi in me, declinati in maniera diversa, ma con la stessa ricerca, farstarbene chi si ama, che ogni volta che viene disattesa, evasa, non rispettata, è un dispiacere che punge, ché ne' io ne' lei riusciamo ad arginare. E ogni volta, dopo, prima, e, vorresti invece, sempre in tempo, capisci che il solo regalo che puoi farle è la tua felicità.
Le prometto questo, le ho scritto su un biglietto di tanti iris disegnati.
Intanto oggi la porto a prendere le ginestre sopra il mare.
