8.10.08

Io & Francesca

C'è stato un momento in questi ultimi silenziosi miei giorni in cui quei due nomi lassù sono diventati una cosa sola.

Non avrei mai pensato potesse accadere, le avevo separate così bene quelle due: così nette e così definite in questo luogo della rete, del cuore, del mondo fuori di tuttigiorni.
E il caso vuole o il destino o quello che non è coincidenza, quello che è segno e basta, che per qualche minuto quei due vestiti venissero portati da me nello stesso istante. 
Quando è avvenuto non era chiaro; poi, come ogni cosa che quando è passato del tempo diviene più nitida, pensandoci e sentendo tutta la pioggia che avevo addosso, ho avvertito che qualcosa di invisibile era accaduto. 

Aspettavo sotto casa, la Francesca di tutti aspettava, con accanto le sue persone di tuttigiorni reali. C'era il sole era caldo, il cielo era limpido e la giornata fluiva come quelle di Francesca.

Poi è arrivato. 
Sapevo che sarebbe arrivato, d'altronde lo aspettavo, ma non sapevo che in quel momento io sarei stata due cose assieme agli occhi suoi e degli altri. 

E' arrivato il temporale, sotto il nome di Nino e a bordo di un automobile blu, a riprendersi un oggetto prima della sua partenza. E ha trovato lì la sua Nina, senza parola, travestita da Francesca, o il contrario, o forse proprio per questo, più nuda che mai.

Lui che leggeva in me tutta la pioggia che gli altri alberi attorno, tesi verso l'alto e ben impiantati a terra, non leggevano. Riusciva a tradurmi anche lì in mezzo, in quel bosco non nostro, anche se non ero solo la sua Nina, non pioveva solo su noi, e le parole pure si mascheravano per non lasciarsi scoprire, e fluivano come una rete intricata tra le bocche presenti.

E in quel momento l'albero al centro che ero io si era staccato da terra, si era piegato, e si sarebbe volentieri fatto trascinare  dal vento contrario che aveva portato quell'arrivo, e che dopo poco se ne sarebbe partito.

Io in quei pochi minuti ero stata lì ed ero stata altrove, allo stesso modo.

Francesca parlava con un angolo della bocca e Nina con l'altro, un occhio guardava a sinistra e l'altro a destra. 



Nascondendo dietro a un dito "quegli occhi pieni di pioggia dentro un cielo lucido", come hai detto tu, prima di andartene.



5 commenti:

a.o. ha detto...

e' un momento speciale, quello della fusione. è anche un momento raro, ma come hai potuto sperimentare, accade.
diciamo che i temporali ne inducono il manifestarsi ;-)
a.o.

Anonimo ha detto...

sì ed è difficilissimo scriverne, non credo di esserci riuscita, e alla fine è come se non avessi scritto niente. di disegni pero ne ho a bizzeffe.

evviva i temporali e che poi fanno bene pure all'aiuola.

F.

Anonimo ha detto...

Sembrerebbe uno di quelli che nel cinema si definisce "bell'incontro"

Ed ha tutta l'aria di essere fantastico.

Anonimo ha detto...

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N.

Tritone ha detto...

bellissimo, che empatia!!!

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