Poi c'è la Locanda, la doppia L rovesciata.
Tutt'altra verve rispetto a The Hand & Flowers (d'altronde questo è un restaurant-glamour-londinese e non un gastropub finto-abbandonato nelle campagne del Berkshire...); non proprio in tono con me, ma oggettivamente ottimo.
Non è un nome che bisogna spiegare quello di L., nè mi cimento io con la descrizione dei piatti, c'è chi lo fa meglio di me...
Ma in tono con Nina lo è stato più quel che ieri chiamavo Lillà.
Qui l'architettura quadrata, il menu da riconoscere al volo senza guizzi particolari, la troppa "italianità", non mi hanno avvolto così tanto.
(Io sono quella che di guida Michelin guarda l'atmosfera ormai lo si sa...)
E insomma la tenue e brunita luce non mi ha dato aria sufficiente.
Però mi permetteva di guardare i bicchieri e le vettovaglie come sospesi nella loro ombra, lunghi grissini al parmigiano che si stagliavano come steli di giacinto fin ai miei occhi, e poi quello specchio, là in fondo, un fish-eye, che mi incantava.
Sembrava la porta su un mondo parallelo.
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