Oggi è il primo ottobre.
Fuori è più caldo che in casa, e io me ne sto sul balcone a distillare gli ultimi raggi teporosi di sole.
La mia gatta pure, anche lei li distilla, in modo tutt'altro che umano: niente cappello sulla testa, niente maniche calate giù affamate di calore, ma un rotolìo continuo e smodato di una massa pesante e pelosa contro il pavimento di mattonelle di terracotta.
Mi guarda socchiude ronfante gli occhietti e sbadiglia.
Poco più in là una tazzina viene posata sul tavolo, il caffè è stato bevuto, è finita la pausa. Il rumore secco ma poco deciso parla da sé, di quel conosciuto stento di alzarsi alla sedia, e ricominciare il lavorìo quotidiano.
Un pò di km più distante, verso il mare, un giovane ragazzo è seduto a un tavolino di un ristorante dai bicchieri alti e blu come fiordalisi, e parla di salumi di pesce affumicati e finge con nonchalance di saperne già tutto, e come esportarli con successo in terra straniera. Poi li assaggia per la prima volta e tradisce un gridolino di piacere che rivela il suo ingenuo stupore, al gusto sorprendente di una bresaola di tonno appena appoggiata sulla lingua.
Nella stanza accanto, una voce di donna riassume le tappe della sua giornata di fronte a uno schermo luminoso: le cose già fatte quelle da fare e quelle che comunque non riuscirà a fare, però le serve ripeterle tra se e sè.
La gatta, che è ancora lì a rotolarsi, assiste ai rumori ai racconti e all'ultima luce di un primo di ottobre e pensa che fra circa 5 ore sarà il tempo della cena.
4 commenti:
Molto in queste tue righe delle letture mie preferite.
Mi piace.
a.o.
chiedo venia per la barbara punteggiatura del commento.
a.o.
grazie cara. sarà che quando l'aria è giusta nascono facilmente, che neanche te ne accorgi.
La descrizione dei gesti felini mi ha regalato un grande relax! Miao
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